In un articolo dal titolo “Come raddoppiare lo stipendio agli insegnanti” pubblicato quando ancora in Italia imperava la lira si scriveva:
“L’Istituto tecnico XY (il nome non lo facciamo, ma i dati sono reali e controllabili) nell’a.s. 1998/99 era frequentato da 1273 studenti, suddivisi su 57 classi, i docenti in servizio 152, ma essendoci 16 tra part – time e spezzoni, ne contiamo solo 144. La media di alunni per classe è di 22,3. Il rapporto alunni per docenti è 8,84: cioè meno di 9 studenti per ogni docente.
A scanso di equivoci precisiamo che non è un dato eccezionale, perché in altre scuole, specie di minori dimensioni e su più plessi, la media degli alunni per classe è ancora più bassa. Nell’Istituto gli alunni hanno un orario (teorico) di 36 ore settimanali. Nella pratica, per riduzioni dovute a motivi di trasporto, ma soprattutto all’insensatezza di un orario così pesante, ne fanno 30 o poco più (36 ore di 50’).
Gli insegnanti sono però pagati per la loro cattedra di 18 ore, come se fossero intere. Ora, proviamo a fare un semplice ragionamento, del tutto ipotetico:
supponiamo che l’orario degli alunni sia portato a 30 ore effettive di 60 minuti (quindi in pratica quello attuale), e che i docenti facciano tutti 18 ore effettive di insegnamento;
supponiamo anche che i famosi 25 alunni per classe, anziché essere usato come un parametro per complicate formule alchimistiche diventi il numero medio delle classi di ogni istituto.
Nel caso che stiamo prendendo in esame avremmo nell’IT XY 51 classi con un orario di 30 ore ciascuna: in totale 1530 ore, che a 18 ore cattedra, richiede l’impiego di 85 insegnanti; siccome siamo realisti, e vogliamo far funzionare la scuola, contiamo pure 90 insegnanti, pensando alla necessità di avere docenti esonerati dall’insegnamento per svolgere altre vitali funzioni. Il monte stipendi ora destinato a 144 docenti, diviso su 90, consentirebbe un aumento di stipendio del 60%. Per capirci, l’attuale stipendio medio netto di 2 milioni quattrocentomila si avvicinerebbe così ai 4 milioni netti mensili. Senza cambiare praticamente nulla della situazione attuale nel rapporto di lavoro e nella quantità e qualità dell’insegnamento”.
Oggi nell’era dell’euro gran parte degli argomenti proposti nell’articolo sopra menzionato sono diventati realtà, ma lo stipendio degli insegnati non è raddoppiato, anzi forse tenendo conto dell’inflazione è diminuito.
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