Le solite polemiche di fine agosto, quando le scuole stanno per riaprire. Tre di mesi di ferie sono troppi per i professori! Cosa mai faranno di tutto questo tempo a disposizione (anche pagati!)? E poi i ragazzi? L’arco temporale nel quale sono ‘sconnessi’ alla scuola è eccessivo e deleterio, faticoso riprendere poi. E i poveri genitori, obbligati a lavorare, a far carriera, a ristorarsi (anche dai figli) con un giusto periodo di ferie, non possono controllare per lunghi periodi le loro
creature e, al contempo, riposarci dalle fatiche del lavoro. Del resto non molti possono contare (o affidarsi a lungo) ai nonni né permettersi centri estivi. Insomma il problema sembra risiedere nel dove mettere questi benedetti figli in attesa dell’inizio della scuola (che tristezza!) E allora? Bisogna rivedere il calendario scolastico. Tutti a scuola anche nella micidiale canicola di agosto (una prova da eroi). Che importa se la temperatura del pianeta aumenta! Basta installare nelle scuole (come se la cosa fosse facile ed immediata) i condizionatori (possibilmente nuovi e funzionanti) e ogni problema è risolto. Sì, bisogna modificare l’anno scolastico. Periodi di vacanza più brevi ma più frequenti (rimodulare l’anno scolastico, anche questa operazione richiederebbe tempo e buon senso, merce rara in questi tempi).
Insomma le solite ‘battute’ di fine agosto. Quest’anno, pero, abbiamo assistito ad un dibattito più vivace e meno monotono. Proprio così. Alcuni hanno proposto (e non è un’idea così assurda) di incominciare l’anno scolastico ad ottobre, visto le temperature sahariane che abbiamo subito (e ancora subiamo) in questo periodo e che, sembra, siano destinate a diventare, in futuro, una costante estiva.
Qui il discorso si è fatto incandescente (come l’estate che viviamo).
Si sono formati due schieramenti contrapposti: il primo (composto da ‘determinate’ categorie di lavoratori) non ha criticato l’idea, anzi, c’è stato anche un certo apprezzamento. Il secondo (rappresentato soprattutto da genitori e, probabilmente, anche dai dirigenti scolastici), non ha lesinato a lanciare strali infuocati contro questa proposta ‘terrificante’ (e anche contro i suoi proponenti). Certo, riguardo le considerazioni poco gentili di madri e padri sui docenti (e in generale sulla scuola) durante la stagione più ‘rovente’ dell’anno si potrebbe ricorrere alle solite puntualizzazioni. I mesi di vacanza dei mal pagati professori non sono tre (la solita leggenda metropolitana), i docenti hanno comunque bisogno di riposo dopo aver gestito (spesso mattino e pomeriggio) per più di nove mesi i ragazzi (è non è uno ‘scherzo’ credetemi) e di aggiornarsi, seriamente e con calma. I giovani, d’altronde, potrebbero rimanere, almeno parzialmente, coordinati con la scuola e la cultura sia mantenendo relazioni(ogni tanto) con i compagni di classe sia, in particolar modo, svolgendo i compiti assegnati per l’estate (in questo periodo però parlare di compiti a casa o estivi appare una vera e propria eresia). Una volta, non dimentichiamocelo, la scuola iniziava il primo ottobre, ma non vi era alcuna polemica (come son cambiati i tempi!).
Tutto sommato, però, anche quest’anno nulla di nuovo; i soliti “mormorii” sulle vacanze scolastiche. Anche l’atteggiamento discreto e defilato del ministero (che ha preferito limitarsi a qualche parola di convenienza per rassicurare che nulla cambierà) rientra in un canovaccio già visto. Vorremmo invece soffermarci brevemente su alcune affermazione di una madre, presenti sul Vostro sito.
La Signora, come era prevedibile, ha ‘bacchettato’ quelle persone ‘spregiudicate’ che hanno osato proporre l’apertura della scuola ad ottobre (una vera vergogna, se mai un diverso calendario scolastico) e, sul finire del suo intervento ha sferzato la superficialità e leggerezza di alcuni docenti che chiedono la chiusura delle scuole come fosse un servizio di secondaria importanza, per suggellare poi il suo ragionamento con questa affermazione: “La scuola non è un parcheggio neanche per gli adulti.”
Lasciamo perdere la superficialità e leggerezza dei docenti (può capitare), vi assicuro, comunque, che nei miei 34/35 anni di ‘trincea’ ho avuto a che fare con non pochi genitori superficiali, pretestuosi e arroganti, allo stesso modo eviterei di commentare la frase (infelice) relativa alla scuola vista come parcheggio per gli adulti. Non saprei adesso come intendere questo sfogo verbale. E’ certo, però, che un numero non irrilevante di genitori intendono la scuola come parcheggio per i loro figli (la promozione è scontata). Anzi vorrebbero le scuole sempre aperte, notte e giorno, estate e inverno. Desidererei, invece, elogiare la grande considerazione e l’importanza che la Signora attribuisce alla scuola per il nostro Paese (“la scuola non è un servizio di secondaria importanza”).
In realtà questo dovrebbe essere lapalissiano per tutti, a partire proprio dai genitori, e non dovrei felicitarmi di questa giusta osservazione. Ma in questo ‘evo’ così ‘bizzarro’, metamorfico, ricco di idee multi cromatiche e contraddittorie, di certezze dal breve respiro, di dubbi, fragilità, relativismi, disorientamenti e privo di forti principi e indiscutibili (e pochi) valori, è bene che qualcuno (meglio proprio una madre) ricordi e sottolinei, l’importanza imprescindibile della scuola. E allora, se proprio è necessario, si modifichi pure il calendario scolastico, senza generare, però, ricadute negative sulla scuola (che problemi ne ha già parecchi). Perché se la scuola non è valida sappiatelo, il futuro è assai incerto.
Ceriani Andrea
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