Categorie: Didattica

Quante ore di lavoro per correggere tutti quei compiti?

Ma chi me l’ha fatto fare di insegnare italiano, latino e greco al liceo classico? Perché ho scelto di insegnare matematica e fisica al liceo scientifico, potevo restare al liceo artistico? Sono le domande, a mo’ di lamentela, che si pongono alcuni insegnanti mentre sono sommersi dai compiti scritti che devono periodicamente correggere. Si tratta di un obbligo che non tutti i docenti hanno, ma chi lo deve ottemperare lo svolge senza alcuna retribuzione o riconoscimento di alcun genere. Un lavoro di tantissime ore annue che alcuni insegnanti svolgono “gratis et amore Dei”. 
Perché solo alcuni docenti hanno l’obbligo della correzione delle verifiche scritte, che tra l’altro devono anche preparare e somministrare ai propri alunni? Questo è dovuto al fatto che non tutti i docenti hanno l’obbligo di valutare sia per l’orale che per lo scritto. Infatti ci sono delle discipline che prevedono obbligatoriamente il voto scritto o il voto grafico oltre che quello orale. Per valutare uno scritto o un elaborato grafico, l’insegnante deve dedicare del tempo aggiuntivo oltre quello previsto dall’orario settimanale di lavoro. Qual è la norma che obbliga l’insegnante all’espletamento di questo lavoro aggiuntivo, che è del tutto gratuito? Si tratta dell’art. 29 del contratto collettivo nazionale della scuola, che riguarda le attività funzionali all’insegnamento come la preparazione delle verifiche scritte e la loro correzione. La norma contrattuale è percepita, dai docenti che hanno l’obbligo della verifica scritta, come una vera e propria ingiustizia, perché non riconosce economicamente, un considerevole carico di lavoro aggiuntivo all’attività d’insegnamento. Ma quante ore dedica in media un docente per correggere le prove scritte? In media un insegnante con quattro classi di 25 alunni deve valutare 100 alunni anche nella prova scritta. Tenendo conto che per ogni quadrimestre si somministrano almeno 3 verifiche, un docente che insegna una disciplina come ad esempio italiano o matematica, si trova a dover correggere dai 600 agli 800 elaborati l’anno scolastico. Se poi si aggiunge anche una seconda disciplina per qualche classe, come latino o fisica, si superano anche i 1000 elaborati. Questo carico di lavoro obbligatorio, che non è cogente per tutti i docenti, si traduce in un impegno orario di almeno 250 o 300 ore annue. Se queste ore fossero riconosciute sul piano economico, come sarebbe giusto che fosse, essendo un’attività aggiuntiva e funzionale all’insegnamento, dovrebbero essere retribuite a € 17,50 l’ora, producendo un aumento salariale annuo di oltre 4mila euro lorde. 
Se il sistema degli scatti stipendiali riconosciuti soltanto per anzianità è ormai giunto al capolinea, come sostiene da tempo il ministro dell’Istruzione Giannini, allora bisognerà riconoscere, per un nuovo sistema di avanzamento economico di carriera, anche il lavoro oggettivo e prioritario di chi è chiamato obbligatoriamente a somministrare un congruo numero di prove scritte, ed è poi chiamato a correggerle e valutarle. 
Per ridare dignità al lavoro dei docenti, non si può sottovalutare l’impegno duro e crudo di tutti gli insegnanti che dedicano tantissimi pomeriggi e fine settimana per ottemperare ad un obbligo che per adesso è gratuito.

Lucio Ficara

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