Dopo la bufera che si è abbattuta sulla sindaca del Comune di Montevarchi, in provincia di Arezzo, che ha fatto distribuire pane e olio ai bimbi i cui genitori non pagavano la mensa, la domanda che in tanti si fanno è: ha fatto bene la prima cittadina, di fronte a un buco di “500mila uro per colpa dei furbetti”, considerato che i genitori ‘morosi’ non sono in difficoltà economiche?
In ogni caso il meccanismo odioso adottato dalla sindaca in pochi giorni ha dato buoni risultati: da 38 alunni morosi si è “arrivati a 20”.
“La proliferazione delle cattive prassi relative alla mancata inclusione dei bambini figli di genitori impossibilitati a saldare la retta si riscontra un po’ dovunque”, ma per Save The Children “la morosità deve esser certamente combattuta, ma le strategie di recupero crediti dei comuni dovrebbero operare per vie esattoriali, con strumenti che non prevedano il coinvolgimento dei bambini”.
In ogni caso, secondo quanto riporta Agi, “Tra i 2.572.969 di bambini poco meno della metà non può accedere alla mensa scolastica, non avendo dunque la possibilità di usufruire di tutti i benefici che essa comporta in termini nutrizionali quanto educativi.
Per comprendere la vastità del problema della mancanza di accesso al servizio, basti pensare che nell’anno scolastico 2015/2016 solo il 52% circa degli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado ha avuto accesso alla mensa.
Con una grossa differenza tra il Sud e Nord, che è molto ampia, così come le alte percentuali di mancato accesso al servizio mensa in tutta Italia vengono di fatto confermate.
Si va da un’altissima percentuale, si legge su Agi, di alunni che non usufruiscono della mensa
a percentuali sotto il 30% per le regioni
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