Quanti pregiudizi!

Gentile redazione,

 

vi scrivo per raccontarvi la situazione lavorativa, a dir poco kafkiana, in cui mi trovo in questo momento.

Sono un docente precario, abilitato di scuola secondaria di secondo grado. Da qualche anno mi è stata riscontrata la patologia di SM che mi ha portato su di una sedia a rotelle.

Nel mese di ottobre, come ogni anno, sono stato individuato  come docente dalle GI per la stipula di un contratto di 18 ore fino al termine delle attività didattiche presso un Istituto tecnico della provincia di Bergamo.

Ho preso, come previsto dalla Legge servizio, firmato il contratto che è stato controfirmato dal Ds della scuola e successivamente registrato dall’USP di Bergamo.

Ora vorrei precisare che dalla data della stipula del contratto non ho ancora percepito lo stipendio, in quanto il MEF di Bergamo, secondo quanto comunicatomi per iscritto dal DS della scuola ha esposto dubbi sulla mia capacità lavorativa e di poter insegnare. Cosa questa sconfermata successivamente, sempre per iscritto dallo stesso MEF di Bergamo, che a richiesta scritta del pool di avvocati dell’associazione SM ha risposto che l’argomento non è di loro competenza e che non mi possono pagare perchè è la scuola che sta creando opposizione.

Intanto il Ds della scuola ha sollevato dubbi sulla mia idoneità nello svolgere la funzione di docente e di poter lavorare in quanto mi trovo su di una sedia a rotelle. Sinceramente non vedo il nesso tra sedia a rotelle e capacità di insegnamento, visto anche che una Commissione medica mi ha già giudicato integro di psiche, ma deficitario nel deambulare.

Inoltre ieri, mi è arrivata la convocazione per essere sottoposto a visita di verifica medico collegiale presso la sede di Via Turati di Milano. Ora mi chiedo con quali motivazioni è stata istituita una Commissione di questo tipo? perchè sono su di una sedia a rotelle?

Perchè non posso deambulare? Ma questo è quello che chiede e comporta la funzione docente: poter deambulare? Verrò giudicato e valutato per questa mia abilità? Se si, a questo punto mi viene da dire: docente o futuro docente che vuoi lavorare se sei su id una sedia a rotelle, non lo puoi fare e non sei in grado di farlo.

Questo è l’insegnamento che stiamo passando ai nostri ragazzi, futuri cittadini non più di integrazione, ma di esclusione e preconcetti.
I lettori ci scrivono

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