Nel mercato globale del lavoro, passare un anno in più sui banchi delle scuole superiori può essere penalizzante. Nell’Unione europea optano per i 4 anni di liceo Belgio, Regno Unito, Francia, Spagna e Portogallo, solo per fare qualche esempio. Tra le Nazioni che adottano i 5 anni Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Polonia ma anche paesi nordici come Finlandia e Svezia.
Il dubbio che in Italia si debba riformare il sistema per essere più competitivi ha dato il via ad alcune sperimentazioni come quella dell’Istituto San Carlo di Milano. La riduzione del ciclo di studi, come sottolinea il direttore della scuola Giuseppe Colosio, richiede un ripensamento dei programmi e la formazione specifica per i docenti. Per fare questo c’è bisogno di risorse. Dove trovarle? In parte potrebbero arrivare dalla riduzione dei costi per la cancellazione del quinto anno.
Tuttavia il nodo centrale è sempre quello del personale, per pagare il quale, spiega il funzionario Miur, il ministero spende l’80% delle sue risorse.
In altri termini dunque, riducendo di un anno la durate delle scuole superiori, si potrebbero recupere risorse per pagare meglio i docenti “superstiti”, qualificare la spesa, qualificando i docenti e migliorando nello stesso tempo l’offerta formativa anche in termini di investimenti
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