L’interessantissimo servizio fatto da Cinzia Gubbini con le riprese filmate e il montaggio di Erika Crispo, pubblicate sul sito di repubblica on line, raffigura una scuola in cui si è progettato, in modo certamente intelligente, la creazione di luoghi ed ambienti giusti per gli studenti, volti a favorire il loro apprendimento.
Si tratta dell’Istituto Superiore “Enrico Fermi “ di Mantova, dove gli ambienti “insegnano”. In buona sostanza l’innovazione didattica e tecnologica passa anche per l’organizzazione degli spazi e per la predisposizione delle aule.
La dirigente scolastica di questa scuola ci tiene a sottolineare che un’aula di Italiano, piuttosto che di matematica deve essere percepita come tale e non può esistere un unico ambiente che accoglie lo svolgimento di tutte le discipline. Sono gli alunni che si spostano da un’aula all’altra per raggiungere il professore di una data disciplina, anche perché, sostiene la Ds del Fermi di Mantova, lo spostamento degli alunni da un’aula all’altra e lo stacco di qualche minuto di lezione favorisce l’apprendimento. In questa scuola ci sono inoltre due classi “Teal” dove la tecnologia è il tema principale delle attività che si svolgono. In queste aule si rompono gli schemi tradizionali della classica classe, non esiste cattedra ma esistono dei banchi speciali che si possono comporre al bisogno e che stimolano la didattica cooperativa. In sostanza le aule canoniche sono trasformate in studi professionali dei professori, che ospiteranno in questi ambienti, ricchi di novità e di colori, gli studenti. La scuola vissuta come fosse un “campus” dove esistono salotti e luoghi relax, e dove tutti gli ambienti, persino i corridoi possono essere vissuti dagli studenti.
Tutto questo basterà a fare di una scuola un luogo di alto apprendimento? Certamente ambienti belli, luminosi e ricchi di strumentazione aiutano ad apprendere, ma inutile dirlo, la parte fondamentale dell’apprendimento sta nelle menti degli insegnanti e soprattutto degli studenti.