Leggo su vari organi di stampa che gli insegnanti sono d’accordo per il 70% al riconoscimento del merito. Come al solito le cifre vengono interpretate come fa più comodo e in questo caso la percentuale indica semplicemente gli insegnanti sono d’accordo che chi fa di più deve guadagnare di più. Ma già questo in qualche modo avviene attingendo ai vari fondi che le scuole hanno a disposizione (sempre meno per la verità). Altra cosa è il contratto (che prescinde dal merito) che è fermo dal 2009 (in realtà da prima visto l’incremento misero che ci fu e l’introduzione del pagamento dei periodi di malattia). Vorrei che si tenesse distinto il merito dal rinnovo del contratto tenendo conto che non tutti possono essere funzioni strumentali e non tutti gli anni. Il rinnovo del contratto è un atto dovuto anche perchè non si deve dimenticare che, col sistema contributivo, le pensioni che si matureranno saranno davvero da fame e, senza scatti, ancora peggio. La scuola ha già pagato tanto con la Gelmini in termini di posti di lavoro e di soldi destinati all’istruzione per cui basta pescare sempre nello stesso salvadanaio. Un insegnante monoreddito con un’anzianità media con un affitto o un mutuo da pagare è già sulla soglia di povertà. Vogliamo tenerne conto? In qualche modo mi sto facendo portavoce di ciò che gira nei vari gruppi che si sono costituiti sui social network e spero che il 28 gennaio si tenga conto di quanto fin qui espresso.
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