Quaranta anni di lingue straniere nelle scuole. Un bilancio

Nel 1974,  130.000 ( centotrenta mila) insegnanti, vennero immessi in ruolo grazie ad una legge che stabiliva che coloro i quali occupavano una cattedra o un posto-orario e fossero forniti di abilitazione dovessero essere stabilizzati. Era la prima volta nella storia che si procedeva ad una “sanatoria” di tale portata nella scuola. Negli anni successivi altre decine di migliaia di docenti vennero reclutati tramite concorso o con altre leggine.

Ovviamente, fra gli altri, vi furono anche i docenti di lingue straniere. Nel 1974 la situazione dell’insegnamento delle lingue straniere in Italia era quella si sintetizza di seguito:

Nella scuola materna e in quella elementare non si insegnava alcuna LS. Nella scuola media si insegnava una LS  per due ore in prima e tre ore in seconda e terza classe. Nella secondaria di secondo grado, si proseguiva lo studio della lingua straniera nel primo biennio al classico e nell’istituto magistrale, nel quinquennio dello scientifico, in alcuni istituti industriali e professionali. Negli istituti tecnici commerciali si proseguiva lo studio della prima lingua nei primi tre anni e se ne studiava una seconda per tutto il quinquennio. Nella “scuola magistrale” (di durata triennale) e nel liceo artistico (di durata quadriennale) non si insegnava alcuna lingua straniera. I pochissimi licei linguistici  non erano statali.

I professori di lingue, anche se abilitati, provenivano prevalentemente da corsi di laurea in giurisprudenza, scienze politiche, scienze coloniali, lettere, materie letterarie, pedagogia, economia e commercio e via dicendo. Le cattedre erano prevalentemente di francese. In alcune provincie in  nessuna scuola media si insegnava l’inglese Per le altre lingue si registrava una certa presenza del tedesco al nord e dello spagnolo a sud e nelle isole.

Chi vuole può fare agevolmente il confronto con la realtà odierna. Non si può non registrare un notevole cambiamento che ha interessato la presenza delle lingue nelle scuole di ogni ordine e grado. Anche le tecniche didattiche e l’uso dei sussidi audiovisivi hanno influito sui cambiamenti come i  fattori esterni: politici, economici, emigrazione ed immigrazione.

Ma anche l’azione delle associazioni professionali degli insegnanti ha avuto un ruolo importante in questa evoluzione. E anche se non mancano motivi di lamentele e di rammarico per molte cose che ancora restano da fare nel campo dell’istruzione, se vogliamo fare un bilancio sincero di quanto è stato fatto in questi quaranta anni dobbiamo dire che “il bicchiere è mezzo pieno”.

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