Sul nuovo protocollo relativo alle quarantene continuano ad arrivare segnalazioni di criticità e problemi, soprattutto da parte dei presidi. Le nuove regole, approvate dal ministero dell’istruzione insieme all’Istituto Superiore di Sanità e alle Regioni, per evitare le troppe classi in quarantena e la conseguente Dad per un numero man mano sempre più elevato di alunni, faticano ad ingranare per varie ragioni.
In questi primi dieci giorni di applicazione (dall’8 novembre) i presidi segnalano alcune difficoltà nell’ingranaggio. E basta poco per mandare le classi in Dad. Per il presidente dell’Anp Antonello Giannelli molto spesso capita che diverse Asl a una certa ora della giornata smettano di lavorare e nel fine settimana non ci si riesca a parlare. In questo modo quella che dovrebbe essere una collaborazione di fatto ricade sulla scuola.
Secondo Cristina Costarelli, preside del liceo Newton di Roma, non si è considerato l’aumento dei contagi di quest’ultimo periodo. Al verificarsi di un positivo in classe, tutti i compagni devono fare due tamponi, uno subito e uno al quinto giorno, e tra chi manda subito l’esito, chi successivamente e chi non lo fa proprio, ciò comporta un cumulo di lavoro per le scuole che devono raccogliere questi dati e finchè l’iter non termina, non si può tornare alla normalità.
Ma ci sono poi casi svariati come quegli alunni e quei docenti che si rifiutano di effettuare il primo tampone dopo la scoperta del positivo e che quindi devono effettuare la quarantena, così come la possibilità che nei cinque giorni di distanza da un tampone all’altro, ci si possa positivizzare. Secondo il presidente dell’Anp di Roma Mario Rusconi risultano diverse decine di classi a Roma in quarantena anche con un solo caso. Segno che l’obiettivo del protocollo di ridurre la Dad non è ancora stato raggiunto.
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