Sta cambiando il protocollo per gestire i casi di Covid nelle scuole: è questione di giorni, forse di ore. Solo che ora si scopre che i lavoratori, i primi diretti interessati dopo gli alunni, sono stati consultati a giochi praticamente fatti. E solo dopo le lamentele dei loro rappresentanti, i sindacati.
L’amarezza è stata espressa nel tardo pomeriggio di mercoledì 3 novembre, al termine dell’anticipato allestimento del Tavolo nazionale permanente sulla sicurezza chiamato a regolare le quarantene negli istituti scolastici (con uno o due casi per classi che potrebbero non bastare più per far scattare la DaD per tutti): i sindacati non hanno potuto che prendere atto della situazione, pur manifestando diverse perplessità. Presto, il ministero dell’Istruzione con una Circolare chiarirà una serie di punti, relativi, in particolare, ai compiti del dirigente scolastico e del referente Covid: i quali, in certi casi, potrebbero avere un ruolo ancora più rilevante di quello attuale. La Circolare, inoltre, dovrebbe contenere più di un’osservazione mossa dai sindacati sinora non coinvolti.
Graziamaria Pistorino, della Flc Cgil, non nasconde la rabbia: “il metodo usato dal governo è gravissimo”, ha detto la sindacalista all’agenzia Ansa, perché si parla tanto di “condivisione ma il testo che è girato in questi giorni non ci era stato dato, non è questo il modo di fare informativa sindacale”.
Inoltre, Pastorino lamenta che il Governo addossa troppe responsabilità relativamente alle quarantene sui dirigenti scolastici.
Nella bozza circolata in queste ore, ha detto, si legge che “nel caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente o comunque secondo la organizzazione di regione/P.A. o ASL, il dirigente scolastico, venuto a conoscenza di un caso confermato nella propria scuola è da considerarsi quindi autorizzato, in via eccezionale ed urgente, a sospendere temporaneamente le attività didattiche”.
“Alla fine abbiamo ottenuto l’impegno ad avere una informativa specifica, dettagliata”, ha concluso Pistorino.
Anche Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola ed intervenuta all’incontro, si è lamentata per lo scarso “dialogo da parte del ministero: oggi – ha continuato Gissi – siamo stati convocati ad horas per discutere del nuovo documento che i ministeri della Salute e dell’Istruzione hanno predisposto per chiarire quali sono i passi da fare per la gestione di questioni delicatissime come la gestione delle quarantene, dei contatti ecc.”.
“Abbiamo contrastato in modo netto l’idea che il dirigente scolastico possa ancora una volta assumersi una serie di compiti” che non gli spettano, “come se il dirigente scolastico non abbia nulla da fare”.
Ancora più esplicito è stato Pino Turi, segretario generale Uil Scuola: “Non siamo stati coinvolti” nella stesura del nuovo protocollo sulle quarantene “e quindi le decisioni sono unilaterali: ancora una volta si scaricano sulla scuola attività improprie, che dovrebbero essere fatte dall’autorità sanitaria”.
“Il lavoro istruttorio, infatti, dovrebbero farlo le scuole senza averne esperienza, nè competenza. Condividiamo solo l’obiettivo di evitare la dad ma ribadiamo che servirebbero i presidi sanitari nelle scuole: il tracciamento è stato abbandonato e va ripreso, né può farlo il personale della scuola”.
I sindacati avrebbero comunque ottenuto un ulteriore appuntamento, sempre nel Tavolo sulla sicurezza, così da potere a breve monitorare gli impegni presi, anche relativamente alle risorse di accompagnamento.
Intanto, prende il nuovo protocollo che regolerà le quarantene negli istituti scolastici: la bozza consegnata ai sindacati conferma che la didattica a distanza non scatterà in presenza di un solo positivo in classe; se vi saranno due positivi scatterà la quarantena “selettiva”, a seconda se vaccinati o meno; tutti a casa, invece, con tre o più positivi al Covid.
Per salvaguardare il più possibile l’anno scolastico in presenza, in caso di contagi, il ricorso alla didattica a distanza verrà calibrato, e si darà peso a test e tracciamento: valgono il molecolare, quello rapido, o con prelievo salivare e analisi molecolare. Andranno effettuati il prima possibile e dopo cinque giorni, oltre che al termine dell’eventuale quarantena.
A deciderlo sono stati, in modo congiunto, l’Istituto Superiore di Sanità, i ministeri della Salute e dell’Istruzione, con il contributo delle Regioni.
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