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Quarantene a scuola, andrebbero abolite: lo dice il virologo Broccolo fautore dei tamponi salivari

“Attualmente non è più così utile continuare mantenere le quarantene nelle scuole, considerando che la quarantena ha senso quando la prevalenza virale è inferiore al 5% e l’infezione è circoscritta in focolai, ma adesso il virus è inarrestabile”. Per cui “credo che sia necessario fare più tamponi salivari, come si fa in Germania e limitarsi ad isolare i positivi“. A dirlo, intervistato dall’Ansa, è stato il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca, all’indomani del depotenziamento delle nuove quarantene a scuola con il decreto legge approvato dal CdM il 2 febbraio scorso.  I test salivari, ha spiegato l’esperto, “sono molto utili perché la variante Omicron si trova soprattutto nella saliva”.

Largo ai test salivari

E questi “test rapidi eseguiti nelle scuole” avrebbero anche il grande vantaggio di snellire le Asl, oggi oberate di impegni, perchè “si riuscirebbe a superare il problema dei tempi di latenza tra l’esecuzione del tampone e la comunicazione dell’esito da parte delle aziende sanitarie territoriali”.

Secondo Broccolo, infatti, finora il tampone salivare “è stato giudicato costoso e di difficile applicazione, ma utilizzando l’antigenico rapido i costi sono compresi fra 2 e 3 euro e si tratta di un test molto semplice da utilizzare”.

Il virogolo ha quindi aggiunto che con l’arrivo della variante Omicron l’epidemia di Covid-19 in Italia è entrata in una nuova fase, che richiede procedure più semplici per la prescrizione di antivirali e anticorpi monoclonali, anche da parte dei medici di famiglia.

“Attualmente – ha detto – i nuovi casi di Covid sono circa 10 volte di più casi rispetto a quelli registrati un anno fa, ma i ricoveri sono ridotti del 50% e clinicamente stiamo vedendo un virus completamente diverso da quello della prima ondata“.

Omicron contagiosa ma meno pericolosa

Dati recenti, ha aggiunto, “indicano infatti che fra l’80% e il 90% delle infezioni da Omicron è in forma asintomatica, mentre nella prima ondata della pandemia i casi asintomatici erano circa il 40%: a fronte di questa fotografia, sono necessarie nuove regole”.

Le prime, secondo il virologo, dovrebbero riguardare la prescrizione dei nuovi farmaci anti Covid arrivati recentemente.

“Gli antivirali e gli anticorpi monoclonali possono essere somministrati anche a casa e, alcuni possono essere utilizzati anche come profilassi in coloro che non possono vaccinarsi per motivi di salute. Di fatto, però, tutto oggi si blocca – ha osservato Broccolo -perché questi farmaci possono essere prescritti solo negli ospedali e non dai medici di base: bisognerebbe sburocratizzare questa procedura”.

Sistemi di aerazione: perchè in classe non ci sono?

Intanto, risulta in aumento la richiesta per i sistemi meccanici di aerazione delle classi.

“Per dotare le scuole di impianti di ventilazione meccanica abbiamo fatto due bandi da 12 milioni di euro, tra l’anno scorso e quest’anno, anche con risorse proprie – ha spiegato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, su Rai Radio1 a Radio anch’io – Va detto che però la percentuale (di installazione, ndr) è ancora bassa, credo intorno al 30%. Ma l’utilità è assolutamente indiscutibile: dagli studi che abbiamo fatto risulta che dove i dispositivi sono state correttamente utilizzati, il contagio si è abbassato di molto, in modo molto rilevante”.

Ancora pochi tra i 5 e gli 11 anni

Il punto è che nelle scuole, soprattutto primarie, il numero dei vaccinati rimane basso. Al primo febbraio “sono ancora 7,4 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino, tra cui 2,46 milioni della fascia 5-11 anni e 693 mila della fascia 12-19 che influenzano la sicurezza delle scuole”. Poi, ci sono “1,89 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave che alimentano i ricoveri in area medica e in terapia intensiva”. A dirlo è stata la Fondazione Gimbe nel suo rapporto settimanale indipendente (26 gennaio-1 febbraio).

La Fondazione ha anche aggiornato i dati di chi si è fatto somministrare la vaccinazione anti Covid-19: ebbene, l’84,8% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e l’80,9% ha completato il ciclo vaccinale. Il tasso di copertura terze dosi è al 79,6%, ma con nette differenze regionali.

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Alessandro Giuliani

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