Il ministro Bianchi lo ha annunciato al question time di ieri, 6 ottobre, alla Camera. Si va verso una revisione delle regole della quarantena a scuola, in caso di presenza di positivo. Troppe le classi finite in Dad in queste prime settimane dal ritorno tra i banchi, in tutto il Paese. Giusta la prudenza nell’attuare le misure, ma è vero anche che appare eccessivo mandare a casa un’intera classe per un contagiato.
E su questo, ha ammesso Bianchi, è operativo un tavolo con i ministri della salute e dell’istruzione, istituto superiore di sanità, struttura commissariale e rappresentanti di tutte le Regioni. Obiettivo un protocollo unico per tutto il territorio nazionale per la gestione uniforme delle quarantene in caso di contagio da Covid.
Le ipotesi in campo per modificare le regole, riducendo o eliminando in alcuni casi le quarantene, sono diverse. Alcune Regioni vorrebbero il taglio della quarantena per i ragazzi vaccinati. Altra ipotesi sarebbe quella di abbassare il periodo di isolamento, da 10 a 7 giorni per tutti.
C’è poi un modello che è possibile adottare, quello dell’aereo, ovvero in caso di contagio in classe, si isolano solo i vicini di posto del positivo (compagno di banco, fila avanti e fila dietro). Su questo modello si basano già il Lazio, l’Emilia-Romagna ed anche la Toscana è favorevole.
Altra ipotesi, quella di estendere i tamponi a tutte le scuole per intercettare in tempo eventuali contagi. Anche se in parte stanno già provvedendo i test salivari nelle scuole sentinella (e su base volontaria). Gli studenti che si prestano al tampone molecolare, potrebbero essere “premiati” non andando in quarantena in caso di contagio in classe.
Tutte ipotesi che comunque meritano una distinzione tra gradi di scuola. Se per gli alunni delle scuole secondarie (primo e secondo grado) restano tutte opzioni valide, discorso diverso per quelli delle primarie (dove non ci sono vaccinati) che restano maggiormente a contatto durante l’orario scolastico.