Nonostante l’innalzamento delle curve relative al contagio da Sars – CoV – 2 e le rispettive e conseguenti ospedalizzazioni, sono numerosi gli esecutivi ad allentare le disposizioni di contenimento attualmente in vigore, battendo in ritirata rincorsi da una varianti pressoché con sembianze pre-endemiche.
Le comunità studentesche d’Europa, quasi all’unisono, bocciano le disposizioni in merito a quarantena, isolamento fiduciario e DAD; l’esasperazione dei giovani, unita ad un complessivo calo dell’apprendimento, un ridimensionamento con saldo negativo della vita sociale sono quel gasolio nel motore della stanchezza e nella vivacità che caratterizza quegli anni dell’esistenza.
Restano in vigore, come di consueto, mascherine a protezione delle vie aeree e il mantenimento del distanziamento interpersonale; si potrà ricorrere alla quarantena, in particolari realtà europee, solo per i positivi o per coloro che manifestano sintomi riconducibili a COVID-19 e non per i contatti stretti intrattenuti in precedenza.
Il caso del Belgio: abbandono complessivo della DAD da oggi
Nonostante l’innalzamento recente dei contagi, Bruxelles allenta le restrizioni in vigore all’interno delle scuole di ogni ordine e grado.
La sorveglianza sanitaria, o quarantena, scatterà solo ed esclusivamente con quattro o più studenti positivi. In assenza di tale requisito, la didattica sarà erogata in presenza; gli alunni con i genitori positivi al Sars – CoV – 2 potranno accedere in classe solo ed esclusivamente con un tampone antigienico o molecolare che ne attesta l’effettiva negatività. A sostegno di tale misura non retroattiva figura uno studio pubblicato da Sicensano, istituto di sanità belga, il quale sostiene che circa il 51% degli studenti locali abbia sviluppato gli anticorpi contro il nemico invisibile.
La strategia di Berlino: screening a tappeto
Da lunedì scorso il Ministero dell’Istruzione tedesco ha dato il via definitivo alla riapertura progressiva dei plessi scolastici di ogni ordine e grado; ogni Länder, date le capacità decisionali conferitegli dalle autorità centrali, potrà agire come meglio crede, valutando con tatto la situazione epidemiologica a livello locale.
Il Ministro della Sanità locale, Karl Lauterbach, ha sottolineato l’imperativo utilizzo della mascherina all’interno delle istituzioni pubbliche, tra cui scuole e atenei.
Presso Berlino, gli studenti si sono sottoposti per la prima settimana a un tampone singolo, per poi avviare durante i prossimi sette giorni uno screening complessivo consistente in tre tamponi antigienici la settimana. Le scuole, come sottolineato dalle istituzioni locali, devono restare aperte anche per non favorire l’insorgere di solitudine e psicopatie come ansia e depressione, frequenti durante i duri periodi di chiusura e isolamento.