Nei casi in cui non fosse possibile ottenere una descrizione esaustiva della situazione epidemiologica del gruppo, ad esempio per la mancata effettuazione (es. rifiuto) dei test di inizio sorveglianza di una parte dei
contatti, il Dipartimento di Prevenzione, oltre a porre in quarantena i contatti senza test di screening, può valutare le strategie più opportune per la tutela della salute pubblica, inclusa la possibilità di disporre la quarantena per tutti i contatti individuati (a prescindere dal loro esito al test di screening).
Questo è quanto leggiamo nel documento interministeriale, trasmesso il 3 novembre scorso, Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico.
Tale documento rappresenta tuttora il riferimento per la sorveglianza con testing da attivare nelle scuole in caso di riscontrata positività di uno studente o del personale.
Quindi, se ad esempio uno degli studenti della classe in cui si è riscontrato il primo caso positivo rifiutasse di sottoporsi al test rapido T0 (quello da effettuare entro le 48 ore dall’ultimo contatto), di sicuro lo stesso ragazzo sarà posto in quarantena; e c’è addirittura il rischio che la disposizione possa riguardare l’intero gruppo classe.
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