Autoconvocazioni di assemblee e occupazioni e poi contatti fra scuole per iniziative comuni “contro i tagli al settore scuola, ma anche far sentire la nostra voce su temi come lavoro, opere pubbliche, utilizzo delle risorse pubbliche. In una parola siamo preoccupati per il nostro futuro e non vogliamo stare a guardare”. I ragazzi delle scuole romane pare abbiano le idee chiare, mentre sono tanti gli osservatori delle cose della scuola ad addossare al ministro Profumo la responsabilità di tanto malessere. Non doveva aprire, dicono, quella inutile falla dell’aumento delle ore attraverso cui ha consentito l’ingresso di tutte le altre difficoltà economiche di cui la scuola soffre a cominciare dell’edilizia.
In tante altre scuole gli studenti hanno votato l’autogestione, mettendo in crisi le presidenze che raccomandano di evitare “l’uso della violenza e di non fare danni”
No alle politiche del governo Monti e all’austerity della Bce, sono le parole d’ordine dei ragazzi delle scuole romane, mentre in altre si pensa d una assemblee cittadine in cui spiegare il perchè delle proteste e in altre si fa riferimento alla mancanza di palestre e campi sportivi e perfino ai sistemi elementari di sicurezza.
Intanto nella capitale cresce la preoccupazione per sabato, quando alla manifestazione stanziale della scuola in piazza del Popolo si affiancheranno il corteo dei Cobas sempre della scuola da piazza della Repubblica a piazza Santi Apostoli, quello degli universitari dalla Sapienza e quello degli studenti medi dalla Piramide. Gli ultimi due cortei non sono autorizzati. Infine, nel pomeriggio di sabato, sfilerà anche Casapound Italia, da piazza della Repubblica a piazza del Colosseo.
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