La regolamentazione dell’apertura delle scuole deve garantire un delicato equilibrio tra diversi diritti costituzionali: all’ istruzione, che non può che essere in presenza e per tutti (art. 33 Cost.); alla salute, “come fondamentale diritto dell’individuo”, ma anche come “interesse della collettività” (art.32); al lavoro e ad una retribuzione che garantisca libertà e dignità (artt. 4 e 36); alla libertà personale (art.13).
Durante la pandemia, i Cobas Scuola si sono battuti perché le scuole fossero le ultime attività a chiudere, chiedendo interventi concreti per garantire ambienti sicuri.
All’apertura di questo nuovo anno scolastico ci ritroviamo nelle stesse pessime condizioni precedenti:
– Personale (Docente e ATA) in numero insufficiente
– Presenza diffusa delle classi pollaio
– Nessun intervento significativo sull’edilizia scolastica
– Mancato rispetto della distanza di un metro fra gli alunni, grazie alla possibilità di deroga quando le classi sono numerose e/o le aule piccole
– Trasporti in condizioni disastrose
In queste condizioni, il ricorso a test gratuiti (salivari) per i non vaccinati, il rispetto del distanziamento fisico e l’uso dei dispositivi (gel, mascherine, sanificatori dell’aria) possono garantire una situazione di sicurezza, senza imporre obblighi, come quello del green pass, che rompono delicati equilibri costituzionali
I Cobas Scuola ritengono che la vaccinazione, nella situazione determinata da decenni di tagli alla sanità, sia uno strumento fondamentale, anche se non l’unico, per combattere la pandemia. Al tempo stesso, però, ritengono assolutamente inaccettabile il surrettizio obbligo vaccinale che è stato introdotto, col cosiddetto Green Pass (d.l. 111/2021), per una categoria, il personale scolastico, che volontariamente – parliamo di circa il 90% dei lavoratori – ha scelto di ricorrere al vaccino.
Quattro componenti dell’Esecutivo Nazionale dei Cobas Scuola si faranno pertanto sospendere, per ricorrere davanti al Giudice del lavoro e sollevare la questione di costituzionalità, con particolare riferimento alla sanzione della sospensione del rapporto di lavoro e dello stipendio dopo 5 giorni di assenza “ingiustificata”, che viola pesantemente il diritto costituzionale al lavoro e alla retribuzione, previsti dagli artt. 4 e 36 della Costituzione. Per sottolineare il carattere politico del ricorso, teso a garantire il diritto al lavoro (una rivendicazione che accomuna sia i vaccinati che i non vaccinati) 2 dei 4 membri dell’ EN hanno già deciso che, dopo la sospensione e l’avvio del ricorso, si sottoporranno a vaccinazione.
Attraverso queste sospensioni e la prosecuzione delle mobilitazioni in difesa della sicurezza nella scuola pubblica statale, i Cobas Scuola ribadiscono il loro impegno perché la scuola torni ad essere luogo di formazione del pensiero critico e perché le ingenti risorse del Recovery Plan vengano utilizzate diversamente da come sta avvenendo, invertendo quella logica che, a partire dalla cosiddetta Autonomia, ha progressivamente impoverito la pubblica istruzione.
COBAS – Comitati di base della Scuola
PUBBLIREDAZIONALE
"Nelle more dell’emissione della nota M.I.M. sui termini, modalità e presentazione delle domande, da parte…
Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una settantina di studenti di tre…
L’insegnante e scrittore Christian Raimo ripercorre con ‘La Tecnica della Scuola’ i motivi che hanno…
La rivista online La Scuola Oggi ha organizzato un dibattito pubblico sul tema “Aggressioni in…
In occasione della Giornata della Sicurezza nelle Scuole, il Ministero dell’Istruzione e del Merito d’intesa…
Nelle scuole della provincia autonoma di Trento sta per arrivare una grande novità: come annunciato…