Per non sforare i tempi strettissimi di applicazione del decreto vaccini, alcune scuole avrebbero coinvolto gruppi di insegnanti ad affiancare il personale di segreteria.
È una denuncia importante quella prodotta da Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil: nel commentare “l’impatto degli obblighi burocratici sulle scuole, previsti dalla legge”, in base alla quale entro il 10 settembre dovranno essere identificati gli alunni non a posto con le dieci vaccinazioni obbligatorie, il sindacalista sostiene che il prezzo da pagare “si prefigura pesantissimo”.
Perchè, dichiara, “come ci viene denunciato da tanti istituti, alcuni dei quali sono stati costretti a chiedere vere e proprie task force di docenti per collaborare con il personale delle segreterie. Una scelta assurda”.
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Secondo Sinopoli era ben altra la strada da seguire, per raggiungere lo stesso obiettivo. Sempre coinvolgendo le scuole, certamente, per “puntare allo stesso obiettivo dell’aumento delle vaccinazioni non con un’imposizione di legge, ma attraverso un rilancio dell’alleanza terapeutica medico-paziente partendo da una grande campagna di informazione e istruzione”.
I docenti, in primis quelli di scienze, in questo caso avrebbero fatto il loro mestiere. Anziché ritrovarsi gomito a gomito con il personale Ata a controllare documentazioni e certificazioni: un lavoro per il quale non hanno titolo di agire, anche per ovvi motivi di privacy.
Sarebbe bene, comunque, che la Flc-Cgil fornisca, anche per vie private, i nominativi delle scuole che hanno costretto alcuni loro insegnanti a svolgere tale lavoro.
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