Categorie: Alunni

Quel pasticciaccio brutto dei libri di testo

Come ogni anno aprile e maggio sono i mesi dedicati alla adozione dei libri di testo.
La procedura è regolata, come di consueto, da una apposita circolare ministeriale.
Ma quest’anno c’è qualche difficoltà perché la circolare emanata dal Ministero dell’Istruzione il 19 marzo scorso (prot. n. 2061) è stata immediatamente ritirata dal Ministero stesso perché sembrava contenere qualche passaggio poco chiaro soprattutto sulla questione dei libri digitali.
In molte scuole la circolare citata è stata comunque divulgata e non sempre è stato precisato che allo stato attuale essa non è in vigore; e infatti, a tutt’oggi, la circolare non è neppure più disponibile nel sito del Ministero.
Resta comunque il fatto che a partire dal 2014/2015 cade il vincolo delle adozioni quinquennali e quindi chi lo desidera può modificare le adozioni in atto anche se un passaggio della circolare del 19 marzo precisa quanto segue: “In caso di nuove adozioni i collegi dei docenti adottano libri nelle versioni digitali o miste”
In altri termini sembra di capire che si può modificare l’adozione solo a condizione di passare ad una edizione mista.
Con la stessa circolare il Miur butta un po’ di acqua sul fuoco anche per quanto riguarda la questione dei libri di testo “fai da te” che – nel corso degli ultimi anni – hanno iniziato a diffondersi in alcune scuole, soprattutto superiori.
Il Miur infatti chiarisce che “la realizzazione di materiale didattico digitale da parte delle scuole è comunque subordinato alla definizione di apposite linee guida” (ma la formulazione – francamente – ci sembra molto poco chiara: se non verrà precisata darà inevitabilmente origine ad un ampio contenzioso).
E’ bene sottolineare che i passaggi citati sono contenuti in una circolare che al momento non ha alcun carattere di ufficialità. 
Pertanto, prima di perfezionare le operazioni di adozione, sarà bene leggere la circolare definitiva perché non sarebbe la prima volta che il Ministero cambia le regole in corso d’opera.

Reginaldo Palermo

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