Home I lettori ci scrivono Quel pasticciaccio brutto dell’interpello

Quel pasticciaccio brutto dell’interpello

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Novità importanti per i precari scuola caratterizzano un rientro ancor piú faticoso dell’estate afosa da cui lentamente noi tutti, stiamo uscendo.  
L’innovazione  introdotta con l’Ordinanza Ministeriale 88 del 2024 in particolare l’ art. 13 co. 23  che tratta l’interpello, (sostituisce la MAD), piuttosto che facilitare la vita della scuola e dei precari, la complica con procedure farraginose che rallentano la ricerca di professionisti per  supplenze brevi ed impegnano le segreterie scolastiche e docenti titolari oltre misura.
Cos’è un interpello e come funziona ? L’interpello è un avviso pubblico che segnala la necessità di un supplente e specifica le caratteristiche della posizione da coprire. Gli insegnanti interessati possono rispondere direttamente all’interpello, candidandosi per il posto vuoto.
Quando la scuola avrà bisogno di un supplente, prima convocherà dalle graduatorie d’Istituto poi dalle graduatorie delle scuole vicine e nel caso non trovasse un candidato idoneo nelle graduatorie, pubblicherà un interpello sul proprio sito web e lo invierà all’ufficio scolastico provinciale.
Per supplenze inferiori a 30 giorni la scuola dovrà pubblicare la proposta con un preavviso di almeno 12 ore.
Ora, oggettivamente come si fa il giorno stesso a trovare una supplente?  Ed il giorno dopo? se va bene ci vorranno almeno due giorni per coprire un’assenza per malattia.  È chiaro che la misura adottata della divisione delle classi non potrà che essere maggiormente utilizzata, questo inevitabilmente a discapito di docenti già sovraccarichi di lavoro, con classi piene di studenti provenienti da altre sezioni e che invece della lezione prevista dovranno accogliere ed integrare.
Dalla padella alla brace. Giá in passato si poneva il problema per il primo giorno di assenza , immaginiamone due! Fatto sta che in tutto questo gioco al ribasso, a rimetterci come sempre è l’alunno ed il suo sacrosanto diritto all’apprendimento.
Perché ammettiamolo la divisione delle classi potrà essere un espediente utile, certo, ma non funzionale all’insegnamento piuttosto alla semplice assistenza. C’è da chiedersi cos’è la scuola oggi? Un luogo dove tenere semplicemente i ragazzi o dove apprendere ciò che è necessario per la loro istruzione e crescita personale?  É questo ciò che desideriamo realmente dalla Scuola?

Riccardina Sgaramella