Che ormai l’agenda politica italiana viene dettata da un’Europa teutonica, che ci controlla, ci monitorizza e ci valuta continuamente, è cosa evidente a tutti, non è trasparente invece il metodo con cui raggiungere certi obiettivi richiestici e le relative coperture finanziarie necessarie per la loro approvazione. Infatti per il prossimo Consiglio dei Ministri è previsto un decreto legge su “capacità e merito nell’istruzione”, composto da 25 articoli che essenzialmente rispondono alle due parole d’ordine suddette.
Nell’articolo 1 si rende nota l’urgenza di questo decreto che rispetta le indicazioni della strategia Europa 2020, comunicate ufficialmente il 3 marzo 2010 dalla Commissione Europea COM (2010). In tale comunicazione si indica la necessità di valorizzare il merito e le eccellenze degli studenti in base a sistemi premianti, si chiede anche l’innalzamento dei livelli di apprendimento nel rispetto dei principi di trasparenza e pari opportunità nello sviluppo delle capacità e con l’obiettivo di prevenire l’abbandono scolastico.
La domanda nasce spontanea: “ma come si può prevenire l’atavico e crescente problema dei precoci abbandoni scolastici, con il virtuoso innalzamento dei livelli di apprendimento?”. Nell’articolo 25 di questo decreto legge, così faticosamente portato avanti dal ministro Profumo, si parla che gli artt. 1 e 2 troveranno copertura finanziaria dai fondi nell’ambito della legge 440/97. Un’altra domanda nasce spontanea: “ma i fondi accantonati per la legge 440/97, quanti sono?”.
Con i fondi della legge 440 si finanzia sempre tutto da anni, ma ultimamente non è chiaro quante risorse vi siano. Infatti i sindacati lamentano una mancanza di trasparenza e di monitoraggio dei progetti relativi agli anni 2009, 2010 e 2011 per quanto riguarda la formazione e l’aggiornamento del personale scolastico. Le risorse della ex lege 440 non sono un pozzo di San Patrizio e in tempi di crisi nera per le economie della scuola, sarebbe giusto che il Ministro ci desse, con un chiaro segnale di trasparenza; la disponibilità delle risorse accantonate, tanto più che è in ballo un decreto legge che ci chiede l’Europa.
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