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“Quella di Lampedusa non sarà l’ultima tragedia del mare”

Quella di ieri a Lampedusa non sarà l’ultima tragedia del mare. La previsione, nera ma realista, del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è quella che purtroppo riassume meglio la convulsa giornata del lutto nazionale indetta per riflettere sulla morte di centinaia di immigrati a Lampedusa, davanti all’isola dei Conigli. Una tragedia avvenuta per un incendio provocato dagli stessi immigrati per cercare di chiedere disperato aiuto: dopo che il fuoco è divampato, l’imbarcazione è colata a picco portandosi con sé, fino a toccare il fondo del mare a 45 metri di profondità, tanti nordafricani giunti in Italia per sfidare il destino. Ci vorranno giorni per recuperare i loro corpi rimasti intrappolati.
Di ritorno dall’isola, “con animo sgomento e con il cuore colmo di dolore”, Alfano interviene alla Camera per dire che “non vi è alcuna ragione per pensare che sia l’ultima volta. Ecco perché la rabbia, la indignazione e il senso di impotenza ci impongono di unirci al grido di Papa Francesco, a quel ‘vergogna’ che credo sia un sentimento collettivo”. E nelle stesse ore il pontefice, da Assisi, ha ribadito il concetto:  “spogliarsi della mondanità e delle ricchezze superflue” per stare più “vicini a poveri, a disoccupati, a quanti per fuggire da fame, malattie e sopraffazioni, trovano morte e violenze, come è successo ieri a Lampedusa”, ha detto papa Francesco.
Il ministro dell’Interno ha quindi chiesto “un grande segno. Per noi, per tutto il mondo, per Lampedusa: la candidatura dell’isola al premio Nobel per la Pace. Candideremo Lampedusa al premio Nobel per la pace e speriamo che a questa richiesta si aggiunga l’intera Europa”.
Intanto, alle dure parole di Alfano seguivano quelle del premier Enrico Letta. Che ha ‘chiamato’ l’Europa invitandola ad “alzare il livello” di intervento. “L’Italia – ha dichiarato – deve riuscire a trovare in Europa ascolto e alleati per avere maggiore efficacia sul fronte dell’immigrazione”. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, da parte sua, ha sottolineato l’esigenza di politiche specifiche per i profughi.
Il Commissario europeo per gli Affari interni e l’Immigrazione, Cecilia Malmstrom, ha riconosciuto che l’Europa, “deve fare di più e i suoi Stati membri devono mostrare solidarietà in maniera concreta”. Ma non è sembrato volersi prendere troppe responsabilità per l’accaduto: Malmstrom ha ricordato che “l’Italia è tra i principali beneficiari dei fondi europei” per fronteggiare i flussi migratori, “232 milioni nel periodo 2010-2012 e 137 milioni solo per il 2013”. E’ dunque “falso dire che la Commissione Ue non ha fatto nulla” per rispondere alle richieste di aiuto di Roma per le emergenze sbarchi: “le richieste ufficiali che le autorità italiane ci hanno fatto sono state di intervenire con le operazioni Frontex, che hanno avuto luogo”.
C’è polemica anche in Italia, dove aumentano le richieste di cancellare la legge Bossi-Fini. Per il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, “va cambiata perché era fondata su un’idea di paura. Noi invece dobbiamo affrontare il tema dal punto di vista del rispetto”. Sulla stessa linea il ministro degli Esteri, Emma Bonino. Quel testo, dice, “va superato. E’ un vero peccato che l’iniziativa radicale di raccolta firme sui referendum per l’abrogazione della Bossi-Fini non sia andata in porto”.
“Non ci sono parole per commentare. E’ una tragedia che segue di pochi giorni un’altra, è un continuo: il Mediterraneo sta diventando un cimitero”, sono le parole dolenti sono del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, pronunciate nel corso di un’intervista trasmessa da Radio24. E secondo il portale specializzato Skuola.net, il 20% degli studenti ha confessato di non essersi fermato, alle ore 12,00, come aveva chiesto il ministro dell’Istruzione per attuare un minuto di riflessione sull’accaduto a Lampedusa. E non manca chi ha fatto silenzio per quei 60 secondi pur non comprendendone bene il perché, visto che il 30% dei ragazzi ha dichiarato che i propri insegnanti non si sono soffermati a parlarne.
Intanto, cresce la campagna per chiedere che sia assegnato a Lampedusa il Nobel per la pace. “E speriamo – rileva Alfano – che a questa richiesta si aggiunga l’intera Unione europea”. Per il presidente del Senato, Pietro Grasso, la candidatura dell’isola “sarebbe un segnale di riconoscenza nel nostro Paese e anche nei confronti di questi cittadini che hanno visto sconvolta la loro vita”. Per il presidente del Senato “ci sono 2 milioni di persone che stanno sulle coste dell’Africa pronti a fare questo salto, quindi non è un problema di oggi o di domani, non è un problema del numero di morti. Non dobbiamo scandalizzarci sul numero di morti che fa notizia: anche un solo morto fa notizia, deve fare notizia”.. “E’ questo – ha aggiunto – il problema da affrontare: lo dobbiamo affrontare globalmente. L’Italia è uno dei Paesi che sotto il profilo della solidarietà, dell’integrazione è ai primi posti in Europa. Si pensi, e nessuno ci riflette, che i figli di coloro che sono in Italia anche se non hanno la cittadinanza possono andare a scuola”.
Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato una giornata di mobilitazione nazionale ‘Fermiamo le stragi nel Mediterraneo’ per chiedere al Governo “una diversa politica in materia di immigrazione ed asilo” per venerdì 11 ottobre, con iniziative che verranno definite a livello territoriale. Lo si legge in una nota dei sindacati. “La tragedia di Lampedusa – scrivono in una nota i sindacati – si aggiunge a decine di altre che si sono consumate negli ultimi anni e che sono costate la vita ad oltre ventimila persone: esseri umani che hanno lasciato il loro Paese fuggendo da guerre e persecuzioni o alla ricerca di una vita migliore”.
Tutto è accaduto alla vigilia della giornata mondiale dell’insegnante. Evento nel quale non si potrà non parlare dell’importanza dell’educazione al rispetto dell’altro, dell’accettazione e della convivenza culturale. Il 5 ottobre la Gilda ha organizzato un convegno a Firenze, dal titolo ‘Il sistema dell’istruzione e della formazione tra pensiero critico e mercato del lavoro”. La Cisl Scuola si è rivolta ai docenti ricordando loro che “le politiche educative sono sempre più soggette a vincoli di bilancio che ostacolano l’erogazione di un’istruzione pubblica efficace (…): dovete sentire vostra, le vostre voci devono levarsi all’unisono”. Sull’evento annuale si è espresso anche Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, secondo cui i docenti italiani sono “sempre più pochi, avanti negli anni e sottopagati”.
Alessandro Giuliani

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