La scuola viene vista, ormai da troppo tempo, come un grosso macigno, che pesa enormemente per le finanze statali. Se al contrario fosse stata considerata una risorsa essenziale per la crescita e lo sviluppo di un Paese, probabilmente non avremmo dovuto assistere, increduli e delusi, a questo continuo accanimento terapeutico di destrutturazione, che sta avvenendo attraverso tagli ,risparmi di spesa, blocco dei contratti, blocco degli scatti di anzianità, cancellazione della valorizzazione.
Dopo gli 8 miliardi di euro tagliati alla scuola e alla ricerca con la legge 133/2008, si continua a raschiare il barile di un settore che evidentemente non viene considerato politicamente strategico da chi ci governa. La scuola e il personale scolastico, vengono puntualmente puniti dalla mannaia delle leggi di stabilità che si susseguono di anno in anno.
Tuttavia, anche se è stato cancellato per adesso il provvedimento dell’aumento dell’orario di servizio dei docenti delle scuole secondarie da 18 a 24 ore settimanali, a parità di stipendio, questa legge di stabilità rimane indifferente alla valorizzazione della scuola e del personale scolastico. Infatti si tratta di provvedimenti punitivi per la scuola, i docenti e il personale tutto.
Quali sono in sostanza questi provvedimenti punitivi?
Si parte con la sottrazione di 50 milioni di euro alla ricerca e la riduzione sostanziosa per ben 47,5 milioni delle economie del Fondo dell’Istituzione Scolastica, si continua con il perseverare, nonostante gli impegni presi con i sindacati, a fare transitare obbligatoriamente, come previsto dalla spending review, tutti i docenti inidonei a svolgere la funzione di assistente amministrativo o tecnico, si estende il divieto di monetizzare le ferie ance al personale amministrativo, tecnico e ausiliario.
Questi provvedimenti non escludono un ritorno, dopo la partita delle elezioni politiche, sulla questione aumento delle ore di servizio per i docenti delle scuole secondarie.
Infatti alcune dichiarazioni di esponenti politici di governo ci fanno molto riflettere: per esempio anche il sottosegretario all’Economia Polillo dichiara che la questione aumento dell’orario di servizio dei docenti è un argomento su cui si dovrà tornare con più calma e gli fa eco il sottosegretario all’istruzione Ugolini, la quale sostiene che “dobbiamo uscire dall’idea impiegatizia del lavoro dell’insegnante e, per questo, mi piacerebbe che si rivedesse nel complesso il contratto della scuola, guardando al docente come figura a tutto tondo e tenendo conto anche delle ore di preparazione delle lezioni, delle prove in classe, del lavoro con i colleghi e non solo delle lezioni frontali”.
Quindi nell’indifferenza più totale dei nostri governanti , per adesso saremo costretti a subire un risparmio di spesa di 183 milioni di euro, dopo le elezioni c’è il serio rischio di ritrovarsi la sorpresa di un nuovo provvedimento, ad esempio il fiscal compact , che aumenterà l’orario di servizio dei docenti a parità di stipendio.
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