Nella scuola italiana esiste un’anomalia che rasenta l’assoluta mancanza di rispetto. Per vari motivi i docenti che hanno necessità di chiedere informazioni importanti al Dirigente Scolastico od anche al DSGA, o che devono inviare documentazione che viene loro richiesta lo fanno utilizzando la pec (posta elettronica certificata), la quale a tutti gli effetti di legge ha lo stesso valore di una raccomandata. Inoltre la pec è veloce, comoda da utilizzare e offre la garanzia dell’invio e della ricezione da parte dell’istituzione scolastica con l’obbligo del protocollo.
Spesso, invece, accade in diverse realtà del nostro Paese che l’invio della pec ad una istituzione scolastica resta muta, nel senso che, per svariati giorni chi la invia non riceve un cenno di risposta sia alla ricezione, che alla lettura e conseguente risposta alla richiesta.
Per cui spesso passano addirittura mesi e le richieste restano inevase ed in attesa di essere evase. Se questo è il destino delle pec figuriamoci allora se dovessimo inviare documenti importanti con la mail tradizionale.
La risposta arriverebbe alle calende greche, cioè mai. Una pubblica amministrazione non può permettersi questo in termini di efficienza e di pubblico servizio.
Mario Bocola
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