Ci sta tutto il condimento del noto romanzo di Carlo Emilio Gadda nel tormentone del Miur nella gestione sia della mobilità per le fasi B, C e D che per il Concorso a cattedre, che sta assumendo le forme tipiche di un giallo più giallo dei romanzi di Aghata Christie, però alla maniera gaddiana.
Per quanto attiene ai trasferimenti si è formato un vero e proprio nodo gordiano che il Miur consapevolmente conosce, ma che non vuole ammettere la vera verità del pasticcio che lascia sul campo di battaglia molte vittime, ossia insegnanti, costretti a causa dell’algoritmo (si badi bene la colpa e dell’algoritmo non del Miur che ha gestito male la procedura) ad abbandonare la propria terra e gli affetti più cari per emigrare al Nord e tornarvi chissà quando.
La vicenda tuttavia sta prendendo fuoco tanto che in diversi Uffici Scolastici Regionali del Meridione divampa forte la protesta dei docenti trasmigrati al Nord come fossero palline di flipper non esseri umani in carne e ossa.
Ma il Miur che si è dimostrato sempre sordo ad ascoltare la base e lo si è visto nel modo di gestire tutto l’iter della riforma della “Buona Scuola”, ora cerca di arrampicarsi agli specchi perché si accorge che sta giocando sporco sulla pelle degli insegnanti che con tanti anni di servizio alle spalle sono costretti a far le valigie. E mentre in questo tremendo calderone si cerca di trovare la strada migliore si annunciano le 32 mila nuove immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico e le immissioni dei 10 mila ATA. Ma da dove farle le nuove immissioni in ruolo?
Certamente dalle GAE perché il Concorso a cattedre è ancora in alto mare e con la miriade di bocciati (gente con tanto di titoli nel cassetto!) che stanno rendendo esigue le graduatorie di merito con la conseguenza che i posti disponibili banditi saranno superiori al numero di persone che hanno superato il concorso per cui il Miur, volendo e nolendo, dovrà ricorrere alla supplentite, fenomeno che aveva sbandierato ai quattro venti di aver abolito.
Altro che. Il prossimo anno scolastico la questione supplenze divamperà in maniera più evidente perché molte classi di concorso rimarranno scoperte e quindi ad inizio anno assisteremo alla tradizionale e consueta rotazione dei docenti, alla faccia della continuità didattica. Il Miur in questo modo sembra privilegiare la discontinuità e lo si è visto con la routine della mobilità che non rispetta nemmeno le 104 con docenti trasferiti a migliaia di distanze dal familiare disabile. Una cosa è certa: si tratta proprio di un vero “Pasticciaccio de viale Trastevere” scritto però alla maniera antigaddiana perché concepito in maniera distorta e sibillina.