Non so se sia un caso, ma sta di fatto che mai come quest’anno le scuole hanno dovuto subire difficoltà e problemi legati alle gestione delle supplenze e del personale precario più in generale.
E’ paradossale, ma l’avvio dell’autonomia anziché facilitare il lavoro delle scuole lo ha reso al contrario più complesso e persino più vincolato.
Le vicende delle graduatorie permanenti pubblicate in ritardo e delle nomine fatte a metà anno con le conseguenti proteste di docenti, studenti e genitori sono forse solamente la punta di un iceberg di dimensioni gigantesche che – se non sarà tenuto sotto controllo – continuerà a determinare difficoltà sempre maggiori.
Nelle scuole materne ed elementari, poi, è diventato molto evidente un fenomeno che fino agli anni scorsi era marginale o comunque localizzato: in molte province le singole scuole incontrano spesso difficoltà obiettive ad assegnare incarichi temporanei perché è sempre più difficile reperire insegnanti precari disponibili ad accettare supplenze particolarmente brevi, magari anche di soli 2 o 3 giorni.
Bisogna ammettere che non è facile trovare una soluzione definitiva al problema, ma forse si potrebbe pensare a qualche correttivo per aiutare le scuole a gestirlo meglio.
Mi rendo che la proposta può sembrare irrituale, ma forse non bisogna escludere del tutto che – almeno per le supplenze di breve o brevissima durata – le scuole abbiano la possibilità di affidare incarichi senza dover ricorrere alle graduatorie provinciali ma facendo riferimento a graduatorie o elenchi di personale messi a punto in modo autonomo dalle scuole stesse.
Si potrebbe pensare anche ad incarichi affidati a cooperative di servizi esterne alle scuola in grado però di offrire personale qualificato; tra l’altro questo potrebbe essere anche un modo per incentivare in qualche misura forme di imprenditoria “minore” e per contribuire alla occupazione giovanile.
E’ facile intuire che una simile proposta troverebbe scarsa accoglienza fra le organizzazioni sindacali della scuola preoccupate di garantire procedure di assunzione precise e minuziose.
Ma forse per le confederazioni sindacali generali potrebbe prevalere l’interesse ad aumentare in ogni modo gli spazi e le prospettive occupazionali.
Se così fosse la proposta potrebbe anche avere qualche possibilità di essere presa in considerazione e – perché no? – magari attuata anche solo in via sperimentale per un paio d’anni.
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