Questa volta i docenti non abboccheranno all’amo di 500 euro

Qualcuno diceva: IL DADO E’ TRATTO….

Io dico: L’ESCA E’ IN ACQUA….

La storia si ripete, prima erano 80,00 euro che hanno fatto si che migliaia abboccassero all’amo, regalando un 40% alle ultime Europee al PD. Oggi sono 41,00 euro al mese per 12 mesi, questa la cifra stanziata dal governo per provare a fare dimenticare una porcata come la legge 107 del 2015 “la buona scuola”.

Questa volta i colleghi SANNO e non abboccheranno all’amo. L’intera classe docente non si vende e continua a rimarcare l’inadeguatezza di una legge scritta con i piedi. 

Una legge fatta di norme anticostituzionali che tendono alla definitiva privatizzazione della scuola statale.

Una legge che tende all’eliminazione della libertà di insegnamento.

Una legge che vuole servilismo indotto da parte di quei docenti che aspirano a essere meritevoli agli occhi del Dirigente che elargirà i premi.

Una legge che evidenzia una disparità di trattamento sulla titolarità d’istituto tra docenti e personale ATA, nonché rispetto al diritto alla permanenza sul posto di lavoro fra docenti e resto del pubblico impiego.

Ecco perché l’Unicobas  a differenza di Cigil, Cisl, Uil, Snals e Gilda continua a dire di opporsi ai nuclei di valutazione e di non eleggere questo fantomatico organo o quantomeno dove non possibile ritardarne l’insediamento anche nel mese di giugno.

L’Unicobas non si arrende, e per questo ha provveduto a indire per tutto il mese di settembre lo sciopero nazionale degli straordinari del personale ATA della scuola. Personale ATA che nella legge non compare minimamente. Compare però quando si deve tagliare la spesa su questi ultimi, vietando di chiamare supplenti ecc. ecc.

Abbiamo perso una battaglia, ma il fatto che la buona SOLA sia legge non significa che perderemo la guerra. 

La legge nelle scuole non passerà.

Invito i lettori a riflettere sulla farsa dell’assemblea nazionale Rsu. L’assemblea convocata dai cinque sindacati che indissero lo sciopero contro la “buona scuola” lo scorso 5 maggio si è rivelata una farsa. In realtà l’11 settembre scorso al Teatro Quirino di Roma si sono alternati gli interventi dei segretari generali di Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda con quelli di appena dieci Rsu, due per ciascun sindacato, accuratamente selezionati dalle segreterie nazionali per confermare la linea di sostanziale dismissione della lotta contro la legge 107/2015. La stessa platea era stata selezionata a monte dalle segreterie territoriali dei cinque, impedendo una partecipazione di massa. E’ evidente che i 5 “sindacatoni” sono in combutta con questo governo, così come lo furo quando firmarono il blocco del contratto con l’allora Ministro Tremonti.

 

I lettori ci scrivono

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