La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, al Question time in programma alla Camera, ha risposto a diverse interrogazioni parlamentari: “Ribadisco che l’ipotesi di una ‘didattica mista’ per la scuola secondaria, fondata sull’integrazione della didattica tradizionale con quella a distanza, rappresenta solo una delle possibili idee allo studio, vagliata e decisa già in altri Paesi europei. Sono al vaglio del comitato, da me nominato, molteplici soluzioni finalizzate a contemperare diverse esigenze come le varie fasce d’età degli studenti, lo stato delle strutture scolastiche, la specificità delle diverse realtà territoriali oltre, naturalmente, al livello della minaccia di contagio”.
Sulla prima interrogazione, riguardante il sostegno, la ministra Azzolina risponde: “L’amministrazione che mi onoro di guidare è fortemente impegnata a fornire risposte concrete e tempestive, per garantire il diritto all’inclusione a tutti i nostri studenti, assicurando la presenza stabile nelle scuole di un numero sempre maggiore di insegnanti specializzati sul sostegno. Lo scorso 28 aprile con l’emanazione del bando si è dato impulso alla procedura straordinaria finalizzata all’immissione in ruolo di 24.000 docenti della scuola secondaria, di cui 4.252 su posti di sostegno. Questi posti sono riservati a chi sia in possesso tanto dell’indispensabile requisito della relativa specializzazione, quanto di quello dei 36 mesi di servizio maturati su posto comune o sul sostegno e con almeno un anno di servizio specifico sul sostegno. Inoltre è utile ricordare che detta procedura straordinaria consente l’ammissione con riserva, per i posti di sostegno, di tutti coloro i quali sono iscritti ai percorsi di specializzazione e che conseguiranno il titolo entro il 15 luglio 2020. Tale concorso ha inoltre lo scopo di ridurre il precariato nella scuola pubblica, assicurando l’immissione in ruolo dei docenti precari già dal prossimo anno scolastico. Contestualmente sono state bandite distinte procedure ordinarie di reclutamento per la scuola secondaria e per la scuola dell’infanzia e primaria, sia su posto comune che di sostegno. Per quanto, in particolare, i posti sul sostegno messi a bando da tale concorso ordinario, a cui potranno partecipare i docenti specializzati sul sostegno, sono pari a: 3.179 per la scuola secondaria di primo grado, 1.176 per la scuola secondaria di secondo grado, 5.833 per la scuola primaria e 1.014 per la scuola d’infanzia”.
Sulla seconda interrogazione, invece, riguarda la riapertura delle scuole, la ministra annuncia: “Una situazione difficile su cui abbiamo cercato di porre rimedio. La priorità è quella di far tornare in classe gli studenti nelle massime condizioni di sicurezza. In merito alla riapertura delle scuole a settembre, ribadisco che, come ho già avuto modo di precisare, l’ipotesi di una ‘didattica mista’, per la scuola secondaria, fondata sull’integrazione della didattica tradizionale con quella a distanza rappresenta solo una delle possibili idee allo studio, vagliata e decisa già in altri Paesi. Idea che, peraltro, la forza politica di cui lei fa parte ha sostenuto tramite il deposito al Senato di un emendamento al decreto 22/2020 anche se, come appare da annunci della giornata di ieri, si intenda ritirarla. Sono al vaglio del Comitato da me nominato molteplici soluzioni finalizzate a contemperare diverse esigenze come le varie fasce d’età degli studenti, lo stato delle strutture scolastiche, la specificità delle diverse realtà territoriali, oltre, naturalmente, al livello della minaccia di contagio. A tal proposito proprio ieri ho riunito il tavolo permanente di lavoro con le Regioni e gli Enti locali che nasce dalla volontà di agire insieme e di farlo rapidamente in vista della ripresa di settembre. L’obiettivo prioritario è quello di garantire il rientro nelle classi alle condizioni migliori possibili. Ciò però non ci esime dallo svolgere ragionamenti che si spingano oltre l’emergenza nel progettare la scuola che nel futuro vogliamo vi sia”.
Sulla terza interrogazione, invece, Azzolina afferma: “Nonostante la grave situazione emergenziale che sta attraversando il nostro Paese, anche quest’anno l’esame di Stato sarà serio. Consisterà in una prova diversa rispetto agli anni precedenti, terrà inevitabilmente conto tanto delle esigenze di sicurezza della salute, quanto delle difficoltà negli apprendimenti affrontate dagli studenti proprio a causa dell’emergenza non ancora conclusa. Sono lieta, pertanto, di anticipare che, a brevissimo, sarà pubblicata l’ordinanza relativa agli esami di Stato del secondo ciclo di istruzione per quest’anno scolastico, la cui sessione avrà inizio il 17 giugno, con lo svolgimento di colloqui, della durata massima di un’ora, in presenza, senza che comunque sia messa a repentaglio la sicurezza per tutte le persone coinvolte. Solo nel caso in cui le condizioni epidemiologiche e le disposizioni delle autorità competenti lo richiedano, se del caso applicando il principio di differenziazione ed adeguatezza, i lavori delle commissioni e le prove d’esame potranno svolgersi in videoconferenza o con altra modalità telematica sincrona. L’esame consisterà in una discussione sulle discipline di indirizzo, discussione di un testo di italiano, analisi da parte del candidato del materiale scelto dalla commissione, esperienze di alternanza, conoscenze relative a cittadinanza e costituzione. L’obiettivo è dare ai nostri studenti un esame di Stato che valorizzi al massimo grado il merito dimostrato, nel rispetto di tutti gli standard di sicurezza richiesti dalla precauzione”.
Sulla quarta interrogazione, invece, Azzolina afferma: “I primi dati che si evincono dal secondo monitoraggio sulla didattica a distanza, concluso in questi giorni, ci paiono confortanti: le nostre istituzioni scolastiche hanno raggiunto quasi tutti gli studenti che avevano bisogno di un tablet o di un pc. Il Governo è tempestivamente intervenuto, stanziando apposite risorse (85 milioni di euro), già con il decreto legge ‘Cura Italia’. Queste risorse sono state assegnate e accreditate tempestivamente alle scuole, proprio per raggiungere quanti più studenti possibili, cosi’ da non lasciare nessuno indietro. Sono stati acquistati circa 205.000 dispositivi digitali e oltre 117.000 studenti sono stati raggiunti dalla connessione. A questo stanziamento è conseguito un ulteriore impiego di risorse, pari ad 80 milioni di euro, a valere sui fondi Pon destinati proprio all’acquisto di pc, tablet e dispositivi per la connessione internet, dedicati alle scuole del I ciclo. I primi dati che si evincono dal secondo monitoraggio sulla didattica a distanza, concluso in questi giorni, ci paiono confortanti: le nostre istituzioni scolastiche hanno raggiunto quasi tutti gli studenti che avevano bisogno di un tablet o di un pc. Senza i mezzi finanziari messi a disposizione dal decreto ‘Cura Italia’ e la tempestività della nostra amministrazione nel loro impiego non sarebbe stato possibile. Prezioso è stato anche il contributo di Regioni ed Enti locali, che ringrazio, che hanno stanziato somme e provveduto ad acquistare e fornire ulteriori device e strumenti per la connettività. Grazie a progressivi meccanismi di flessibilità nell’utilizzo dei fondi strutturali stiamo rimodulando le iniziative proprio per giungere alla riduzione del digital divide. In questo frangente particolare ho, poi, voluto garantire l’emanazione, nei corretti tempi di legge, della procedura straordinaria e dei bandi ordinari per l’assunzione di oltre 62.000 docenti, ripartiti tra le scuole secondarie, le scuole primarie e dell’infanzia statali. La suddetta procedura straordinaria, bandita per 24.000 posti, proprio in quanto snella e semplificata, consentirà, in tempi rapidi e utili al prossimo anno scolastico, di immettere in ruolo docenti precari, con almeno tre annualità di servizio. Siamo sempre disponibili a ragionare insieme al Parlamento di soluzioni che portino a rivedere il rapporto numerico alunni-docenti, contrastando il fenomeno delle cosiddette ‘classi pollaio’ e le sbagliate politiche dei tagli di organico di precedenti esperienze e assumendo tutti gli insegnanti di cui la scuola ha bisogno”.
Sull’ultima interrogazione, invece, Azzolina afferma: “Nell’avere coscienza della delicatezza della questione, specialmente con riguardo alla tenuta delle istituzioni scolastiche più impegnate nella cura dei bambini della fascia d’età 0-6, sono allo studio del Governo le soluzioni più idonee per scongiurare le nefaste conseguenze della chiusura di nidi e materne private e convenzionate causa coronavirus proprio perché coscienti che le scuole paritarie svolgono un ruolo di particolare delicatezza nel nostro sistema di istruzione. Sulla ripresa delle attività scolastiche ribadisco che il Comitato di esperti, costituito nell’ambito del ministero, sta studiando varie soluzioni che andranno soppesate e calibrate, per tenere conto delle diverse esigenze ed istanze, da quelle dei bambini delle scuole d’infanzia e delle primarie fino a quelle dei maturandi, oltre che condivise con tutto il Governo, il Parlamento, con un lavoro, già avviato, insieme alle Regioni e gli Enti locali, riuniti in un tavolo permanente”.
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