“Non esiste una scuola del Sud o del Nord. Quando parlavo di impegno maggiore, nel corso di una mia recente visita, non mi riferivo a coloro che lavorano nella scuola del meridione. Durante la mia esperienza nella scuola, anche come dirigente scolastico, ho potuto apprezzare le doti e le capacità del personale meridionale. Non ho nulla di cui scusarmi per quello che per me è stato un equivoco”.
Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, nel corso del Question Time alla Camera dei Deputati.
Tre le interrogazioni a cui ha risposto il titolare del dicastero di Viale Trastevere.
Sulla prima interrogazione, Bussetti afferma: “Ribadisco quanto dichiarato proprio in occasione di una recente visita ad alcuni istituti scolastici di Afragola e Caivano, ovvero che non esiste una scuola del sud e una scuola del nord: la scuola è una sola in tutto il Paese. Le dichiarazioni rilasciate in risposta ad una domanda insistente e ripetuta di un giornalista non hanno quindi nulla di offensivo se dette in modo sereno, oggettivo e non strumentale, come è invece avvenuto per evidenti ed esclusive ragioni di polemica politica. Quando ho parlato di lavoro e impegno non mi riferivo certamente a coloro che lavorano nelle scuole del Meridione. Provengo dal mondo della scuola e, nei miei tanti anni di servizio anche come dirigente a Milano, ho potuto apprezzare le spiccate capacità e la particolare dedizione di moltissimi dirigenti scolastici, docenti e più in generale del numerosissimo personale della scuola e amministrativo di origini meridionali che è stato costretto a lasciare le proprie terre di origine e i propri affetti per trovare un’occupazione. Da quando sono Ministro ho avuto occasione di visitare diverse istituzioni scolastiche del Meridione e non posso che ribadire il giudizio estremamente positivo sulle capacità e sulla dedizione di un personale scolastico che opera molto spesso in contesti sociali ed economici particolarmente difficili. Non ho pertanto nulla di cui scusarmi. Sperando così di aver definitivamente chiarito quello che continuo a ritenere un vero e proprio equivoco, rispondo alla sua seconda domanda. In circa nove mesi di mandato governativo ho conseguito, penso, già diversi risultati. Quando mi sono insediato ho trovato circa 7 miliardi di euro già stanziati che erano bloccati e inutilizzati da tempo. Ho pertanto proposto e siglato in Conferenza unificata un accordo quadro con il mondo delle regioni e degli enti locali al fine di velocizzare le procedure di erogazione dei fondi di edilizia scolastica. Di questi 7 miliardi di euro sono già stati ripartiti tra le regioni ben 5,3 miliardi. Di questi 1,2 miliardi sono stati assegnati alle regioni del Meridione: Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il mese scorso ho provveduto a firmare un decreto per ripartire i 50 milioni di euro per la realizzazione di palestre e strutture sportive nelle scuole e 114 milioni per un piano antincendio per le scuole mai realizzato prima. Di questi fondi ben 56 milioni di euro sono stati erogati alle regioni del sud: più di 18 milioni di euro per le palestre e 38 milioni di euro per i piani antincendio”.
Sulla seconda interrogazione, invece, Bussetti risponde: “La ringrazio sentitamente per la sua interrogazione, perché mi offre l’occasione di riferire sulle numerose iniziative che ho assunto sin dall’inizio del mio mandato, nella consapevolezza che la sicurezza delle scuole, degli studenti e del personale scolastico tutto costituisce una priorità assoluta. Posso comunicare con soddisfazione che sono stati sbloccati ad oggi quasi tutti i 7 miliardi di euro che ho trovato fermi sui fondi del MIUR, risorse in buona parte già nella materiale disponibilità degli enti locali. In particolare, il 1° febbraio ho approvato il Piano 2018, nell’ambito della programmazione triennale nazionale 2018-2020, stanziando ingenti risorse per l’adeguamento delle scuole alla normativa antisismica e antincendio: ben 1,7 miliardi per il solo anno 2018 per il finanziamento di 858 interventi. Lo scorso 11 febbraio ho poi adottato un decreto di riparto, di ulteriori 80 milioni di euro, per l’adeguamento sismico degli edifici scolastici; entro il 13 marzo le regioni potranno far pervenire al Ministero gli interventi da finanziare.
Partendo dai dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, che ho voluto fossero pubblicati sul sito Internet del Ministero, sono intervenuto immediatamente sulle situazioni di maggiore criticità, autorizzando le verifiche di vulnerabilità sismica: 105 milioni per interventi su 1.555 edifici scolastici delle zone a rischio 1 e 2; circa 1 miliardo e 58 milioni di euro per 1.735 interventi che gli enti locali stanno già effettuando. Stiamo lavorando al nuovo Piano 2019 della programmazione triennale, un piano che avrà anch’esso come priorità l’adeguamento sismico e che può contare su uno stanziamento complessivo di 1,2 miliardi di euro. Anche queste risorse sono già state sbloccate ed entro giugno le regioni potranno inviare al Ministero gli elenchi degli interventi da finanziare.
Per quanto riguarda l’adeguamento delle scuole alle normative antincendio, lo scorso 2 febbraio ho autorizzato il Piano nazionale antincendio intervenendo per la prima volta in modo strutturale nel settore, e stanziando 114 milioni di euro per finanziare interventi in ben 2.267 istituti scolastici. Ovviamente ho sempre garantito in questi mesi il ripristino dell’agibilità delle scuole colpite da eventi sismici e calamitosi, finanziando il ripristino di ben 126 istituzioni scolastiche in Molise, Sicilia, Veneto e Liguria. Se a queste risorse aggiungiamo i 177 milioni di economie del mutuo BEI 2015, i cui interventi sono stati in questi giorni autorizzati e pubblicati sul sito del MIUR, i 320 milioni per l’adeguamento sismico di edifici di proprietà delle province e città metropolitane, i 50 milioni per la messa in sicurezza delle palestre e strutture sportive, anche questi già stanziati, i 50 milioni dell’imminente bando relativo alla progettazione di interventi di edilizia scolastica, i 300 milioni per le scuole innovative e i 150 milioni per i poli di infanzia, raggiungiamo la cifra di 5,3 miliardi, che in nove mesi di Governo abbiamo restituito interamente agli enti locali. Sono fermamente convinto che, pur partendo da una situazione complessa, siamo sulla buona strada, e che grazie all’impegno di tutti gli attori istituzionali potremmo realizzare l’obiettivo di avere scuole più sicure, nell’interesse dei nostri studenti e di tutto il personale scolastico”.
Infine sulla terza interrogazione, Bussetti puntualizza: “Ai sensi dell’articolo 14, comma 7, del decreto-legge n. 4 del 2019, solo domani, il 28 febbraio, conosceremo con precisione il numero esatto di unità di personale scolastico che ha inteso anticipare la data del proprio pensionamento grazie alla cosiddetta quota 100. Posso comunque sin d’ora anticipare che alla data di ieri le domande complessive pervenute erano 15.234, di cui 12.157 presentate da docenti. Un numero consistente, che però non deve destare particolare preoccupazione in quanto posso assicurare che la regolarità dell’avvio del prossimo anno scolastico sarà garantita grazie ad una serie di interventi, anche legislativi, che ho fortemente voluto in questi primi nove mesi del mio mandato.
Proprio in virtù di tali interventi, sono già state avviate o sono comunque di imminente attivazione diverse procedure concorsuali, che permetteranno di far fronte al turnover immettendo in ruolo nuove leve, non solo attingendo dalle graduatorie a esaurimento, cosiddette GAE, ma assumendo anche i vincitori di precedenti concorsi e di quelli in fase di svolgimento.
Più in dettaglio, per la scuola dell’infanzia e primaria verranno assunti come docenti i vincitori e gli idonei dell’ultimo concorso ordinario bandito nel 2016. Si procederà, poi, ad assumere attingendo dalle graduatorie del concorso straordinario previsto dal cosiddetto decreto-legge dignità e si procederà al bando di una nuova procedura concorsuale ordinaria non appena la stessa verrà autorizzata dal Ministero dell’economia e delle finanze e dal Dipartimento della funzione pubblica, autorizzazione ormai imminente, rinviata dal MEF all’esito della ricognizione delle domande di pensionamento ai sensi del decreto-legge quota 100.
Nella scuola secondaria sanno immessi in ruolo a settembre i vincitori e gli idonei del concorso bandito nel 2016, nonché i vincitori del concorso straordinario, cosiddetto FIT. Inoltre è di imminente avvio una nuova procedura concorsuale, fortemente semplificata nei requisiti di accesso dalla legge di bilancio 2019. Potranno, infatti, parteciparvi tutti i laureati che abbiano acquisito un certo numero di crediti formativi relativi alla didattica senza necessità di una previa abilitazione, che si acquisirà a superamento delle prove del concorso. In tale concorso, grazie ad un emendamento della maggioranza approvato dal Senato in sede di conversione del decreto-legge quota 100 e reddito di cittadinanza, verrà particolarmente valorizzato, ai fini del punteggio, il servizio già svolto dal personale docente presso le istituzioni scolastiche.
Per il sostegno, al fine di assicurare continuità nel reclutamento di docenti specializzati, è stato avviato un nuovo ciclo di corsi di specializzazione per ben 40 mila posti complessivi nel triennio. Nelle prossime settimane si terranno le prove selettive per l’accesso al primo ciclo con circa 14 mila posti.
Per quanto riguarda il personale ATA, sarà possibile coprire i posti di collaboratore scolastico e di assistente attingendo dalle graduatorie permanenti, mentre per i DSGA, lo ricordo, è già stato avviato il relativo concorso, le cui prove preselettive si terranno prima della pausa estiva.
Per i dirigenti scolastici, infine, sono state semplificate le modalità del reclutamento con riferimento alla procedura concorsuale bandita nel 2017, che è stata trasformata da un lungo corso-concorso in un ordinario concorso, al fine di garantire l’immissione in ruolo dei vincitori già dal 1° settembre di quest’anno”.
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