Nelle scorse settimane sui social sono state piuttosto aspre le critiche nei confronti del questionario studente somministrato ai bambini di quinta elementare.
In particolare, la pietra dello scandalo, è stata la domanda 10:
La domanda è stata ritenuta da molti genitori inopportuna, sia per l’età dei bambini, sia perché sembra ricondurre il futuro ad una questione di marketing.
Oggi, a conclusione delle prove Invalsi 2018, l’Istituto ha risposto a queste critiche con un’apposita nota.
“Il quesito che più ha attirato l’attenzione (Q10) – scrive l’Invalsi – si riferisce alla percezione che le allieve e gli allievi della scuola primaria hanno del loro futuro, ed è una delle dieci domande volte a caratterizzarne le aspettative in relazione all’andamento del loro esito a scuola, alla percezione delle caratteristiche delle prove INVALSI, ai risultati scolastici dell’anno precedente, all’aver partecipato alla scuola dell’infanzia, a dati anagrafici (maschio/femmina; anno e mese di nascita), a definizioni di sé che la/lo individuano e ai rapporti con i compagni.
Come si vede, si chiede anche se chi risponde sia maschio o femmina: ciò si riconduce alla necessità di riconoscere, tra l’altro, gli esiti in ragione dell’appartenenza di genere; le femmine infatti mostrano risultati meno positivi nelle materie scientifiche e nella matematica, non è quindi una banale curiosità del ricercatore conoscere anche questo dato“.
L’Invalsi precisa poi che le alternative di risposta, fornite nella domanda Q10, sono “volte ad individuare le aspettative che allieve e allievi hanno rispetto al loro domani. Lo scopo di questo tipo di domande non è proporre, dunque, modelli aprioristici di futuro, ma semplicemente rilevare alcune aspirazioni delle allieve e degli allievi in merito al loro avvenire. Le domande, pertanto, non orientano verso alcun modello di realizzazione di sé, mentre, come si sa, le aspirazioni e le aspettative degli studenti influenzano anche il loro rendimento scolastico”.
Per l’Invalsi, focalizzare periodicamente questo tipo di ambito nei diversi livelli scolastici è fondamentale per individuare i cambiamenti che possono incidere sull’andamento del
profitto scolastico e quindi per approfondire il fenomeno della dispersione scolastica.
“A tale riguardo – conclude l’Istituto – esistono studi scientifici consolidati i cui esiti hanno contribuito, tra l’altro, a individuare precocemente i fattori che incidono su tale dispersione e a mettere in atto per tempo misure compensative. E questo rappresenta un elemento importante per garantire davvero un futuro migliore a tutte le nostre ragazze e a tutti i nostri ragazzi“.