Categorie: Università e Afam

“Qui è guerra tutti contro tutti”: i sindacati unitari alla ministra

In vista della visita della ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, all’inaugurazione dell’ anno accademico della D’Annunzio all’università di Chieti, del prossimo 2 febbraio, le organizzazioni sindacali hanno mandato un documento unitario:

«C’è molto poco da inaugurare e festeggiare, oggi e da anni, nel sistema universitario in generale e in questa Amministrazione in particolare», scrivono i rappresentanti di Flc Cgil, Uil-Rua, Cisl Univ, Csa-Cisal.  «Le scelte politiche operate dal Governo in carica e dal suo Ministero, come dai precedenti, trovano il nostro totale dissenso perché sono irriconoscenti dell’impegno e del duro lavoro prestato da tutti gli operatori del mondo accademico, da quelli della docenza e della ricerca a quelli dell’area tecnico-amministrativa e dei collaboratori linguistici».

Ma anche la legge di stabilità, riporta il sito “primadanoi.it”, rappresenterebbe «un ulteriore attacco al sistema della conoscenza e dell’alta formazione e porta di fatto al collasso dell’ apparato universitario con risposte completamente inadeguate alle effettive necessità di un suo miglioramento che, al di là dei proclami dei governi di turno, compreso l’attuale, si riducono a meri annunci privi di contenuto e non supportati da fatti concreti».

 

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I rinnovi contrattuali hanno previsto una dotazione finanziaria «ridicola, il blocco delle risorse per la contrattazione integrativa e la mancata risoluzione delle problematiche relative alla certificazione dei fondi per il salario accessorio, dopo un blocco stipendiale di 7 anni, rappresentano un’offesa alla dignità professionale e umana del personale tecnico amministrativo che in questa, come nelle altre realtà universitarie nazionali, ha dato un contributo fondamentale alla crescita e al raggiungimento di risultati che oggi viene dimenticato».

I sindacati, nella stessa lettera passano pure ad analizzare la situazione interna all’Ateneo d’Annunzio, dove «i vertici di questa Università hanno determinato un clima interno di gravissima conflittualità, di quotidiana guerra di tutti contro tutti e nella più totale assenza di ogni forma di civiltà di rapporti con l’amministrazione, di rispetto dei singoli e di confronto democratico con le rappresentanze sindacali che sono di fatto osteggiate, boicottate ed impedite nell’esercizio anche delle loro più elementari prerogative. Le risorse umane nel nostro Ateneo vengono considerate come un mezzo, uno strumento da usare, spostare o azzerare arbitrariamente; e questo soprattutto e con maggior soddisfazione, nel caso in cui il tizio di turno, docente o non docente che sia, si dimostri non collaborativo o non supinamente allineato ai dictat del momento. Il presunto rinnovo gestionale sbandierato dai massimi vertici dell’Amministrazione sotto il baluardo della legalità, e finalizzato a quello che è solo un apparente risanamento della “mala gestio” addebitata a chi li ha preceduti, si concretizza in effetti in una incivile caccia alle streghe, se non in una vera e propria epurazione della dissidenza con modalità, tempi e provvedimenti che parlano da soli. Inoltre, paradossalmente, chi ci governa oggi è stato attivo e interessato collaboratore della passata gestione, e in quella veste, quando ne aveva il potere, non è stato rigoroso componente degli  organismi in cui esercitava un potere.

Per quanto forti, le affermazioni oggetto di questa lettera trovano piena conferma e testimonianza nell’elevato numero di esposti, denunce e querele che intasano sia la Procura che Tribunale di Chieti e negli articoli di stampa nazionale, oltre che locale, che ci riserviamo di inviarle al più presto».

Pasquale Almirante

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