“Ci siamo. Già stamani – ha scritto sui social la ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina nella serata del 24 gennaio, al primo scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica – ho percepito l’enorme responsabilità e l’emozione per la fase che si sta aprendo. Il voto per il Quirinale rappresenta il momento più alto delle nostre istituzioni democratiche. Il Capo dello Stato è insieme ruolo di garanzia e di unità nazionale“.
“Nella mia esperienza di governo – ha aggiunto la deputata a 5 Stelle – ho avuto il piacere e l’onore di vedere da vicino il lavoro portato avanti con dignità e autorevolezza da Sergio Mattarella. Abbiamo bisogno di un Presidente così. Un profilo sopra le parti e dall’elevata statura morale che possa guidare e ispirare i cittadini nel senso dell’appartenenza e della solidarietà. Da ‘grande elettrice’ farò la mia parte. Sappiamo che la politica vive una stagione di grandi difficoltà, ma dobbiamo lavorare per il bene del Paese. Non possiamo permetterci il lusso di fallire”.
Sui requisiti del Presidente della Repubblica abbiamo discusso anche nell’appuntamento formativo per le scuole organizzato dalla nostra testata. In quell’occasione il costituzionalista Michele Ainis ha spiegato: il prossimo presidente della Repubblica, “donna o uomo che sia, dovrà essere qualcuno o qualcuna che possa incarnare il sentimento dell’unità nazionale”. E ancora: “Il Presidente della Repubblica non può essere una figura divisiva, percepita come un nemico da una parte politica, ma una persona che metta l’accento su ciò che ci unisce”.
La rielezione di Mattarella? “La Costituzione non lo vieta, è uno scenario che potrebbe verificarsi se i partiti fossero in stallo – spiega Ainis -. Sarebbe un bene o un male? Certo è che 14 anni sono un tempo troppo lungo, un tempo che rischia di trasformare la Repubblica in una Monarchia costituzionale”.
E precisa: “Quello che invece credo sia assolutamente una sgrammaticatura costituzionale sarebbe immaginare di eleggere una persona per due o tre anni perché sarebbe un’offesa non alla persona ma alla carica e quindi alla Costituzione. Chiunque venga eletto, il suo mandato non può che essere pieno, per 7 anni”.
“Nel caso di Draghi Presidente della Repubblica, se andremo ad elezioni anticipate non lo sa nessuno ma io credo che difficilmente il primo Presidente della Repubblica come primo atto del proprio settennato scioglierà le Camere – osserva il componente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato -, a meno che non se ne possa fare a meno, perché sarebbe come usare l’arma principale del proprio mandato all’inizio, questa evenienza la reputo difficile, poi in Italia succede di tutto, anche le cose difficili,” conclude.
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