“Quota 100 costa fino a 20 miliardi l’anno, a seconda del requisito anagrafico. Dove li trovano?”. Inoltre mandare anche “in pensione dopo 41 anni di contributi significa 750 mila pensionati in più”. Sull’inopportunità di anticipare i pensionamenti dei lavoratori italiani, rispetto agli attuali parametri introdotti dalla Legge Monti-Fornero, il presidente dell’Inps Tito Boeri non arretra di un millimetro.
Boeri: così si fa male ai giovani
Nel corso di una lunga intervista a Repubblica, il numero uno dell’ente previdenziale torna ad opporsi strenuamente ad uno dei punti centrali del programma M5S-Lega.
Stavolta, Boeri dice no all’ipotesi giallo-verde non solo adducendo motivi di finanza pubblica, che non potrebbe reggere l’operazione, ma anche di carattere sociale e generazionale: “Ma lo sanno – dice – che ogni abbassamento dell’età pensionabile riduce l’occupazione, perché il lavoro costa di più? Chi pagherà le pensioni ai giovani?“.
Il governo sta andando incontro a Boeri?
Insomma, il no dell’Inps ai pensionamenti anticipati, almeno nelle dimensioni prospettate dall’attuale esecutivo, rimane netto. Resta da capire, ora, come i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini possano comunque portare avanti il progetto.
Ancora di più perché sino a pochissimi giorni fa, entrambi continuavano a dire che la legge Fornero sarebbe stata cancellata, pur con qualche arretramento sulle soglie di accesso: in particolare, il leader politico dei grillini ha detto che il governo starebbe valutando qual è la soluzione “più conveniente” per accedere a Quota 100, facendo intendere chiaramente che non sarà aperta a tutti.
Una sempre più probabile eventualità che non troverebbe d’accordo una moltitudine di insegnanti e Ata in “odore” di pensione e che confidavano tantissimo nella Quota 100 “pura” per lasciare il lavoro a breve.
Le bacchettate al presidente Inps
Intanto, a commentare l’ennesima presa di posizione di Boeri, è Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps: in un’intervista al Mattino, Loy sostiene che “non c’è nessun disegno politico da parte di Tito Boeri contro questa maggioranza. S’intrometteva e criticava pure quando c’era Renzi. In questo bisogna riconoscergli coerenza. Lui ritiene che dalla postazione di presidente dell’Inps sia legittimato a fare proposte. Non si accorge che va oltre, che entrando nel dettaglio finisce per confliggere con scelte che sono della politica”.
“L’economista – sottolinea Loy – s’impegna in legittime elaborazioni di proposte di natura politica ed economica, che vanno oltre i suoi compiti istituzionali. Un conto è dire se fate Quota 90, l’Inps fatica a pagare le pensioni, un altro è avventurarsi in scelte legislative”.
“Spesso non si distingue tra il presidente dell’Inps e il professore della Bocconi. E questo non fa bene né a lui né all’ente”, conclude il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps.