Il provvedimento che include Quota 100 e Reddito di cittadinanza ha ricevuto il via libera definitivo dall’Aula del Senato, incassando 150 sì, 107 no e 7 astenuti. Hanno dichiarato il voto a favore i gruppi di maggioranza, M5s e Lega, mentre si sono espressi per il no Fdi, Pd e Forza Italia.
L’astensione è stata dichiarata dai gruppi di autonomie e Leu.
Il provvedimento, in terza lettura, termina così il suo iter parlamentare e con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale diventerà legge.
Il lavoro legislativo in Parlamento ha introdotto, tra le altre cose, l’offerta minima di lavoro da 858 euro per chi richiede il reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza in contanti, la stretta sui finti divorzi e per i genitori single, le assunzioni dei navigator e la nuova figura del vicepresidente dell’Inps.
Le agevolazioni previste scatteranno anche per gli ultra quarantacinquenni. Resta però il limite temporale del 1996: la detrazione del 50% scatta solo per coloro che sono “privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995”.
Per i dipendenti pubblici in pensione con quota 100 l’anticipo del trattamento di fine servizio sale da 30.000 a 45.000 euro. Potrà essere richiesto anche dagli statali già in pensione.
La misura è legata alla pace contributiva che viene estesa per 10 anni: si potrà saldare quanto dovuto in 120 rate mensili, invece delle 60 attuali.
Per l’accesso all’ape social e alla pensione con quota 41 a chi esercita professioni gravose non servirà più aspettare la finestra di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.
Per supplire alla carenza di organico, in seguito al pensionamento anticipato con Quota 100, le pubbliche amministrazioni potranno effettuare nuove assunzioni assicurando una sorta di corsia preferenziale alle categorie protette.
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