La “quota 100” farà fuggire i docenti dalla scuola? Si prevede un esodo di massa nonostante le decurtazioni? Insomma scapperanno i docenti i docenti a gambe levate dalla scuola perché stanchi e demotivati da un sistema scuola colabrodo? Sono queste le domande che si pongono i docenti che hanno raggiunto il requisito del calcolo dei 62 anni e 38 di contributi. Un quadro veramente insolito rispetto al passato sulla base delle novità apportate dal Governo del cambiamento.
Le cronache ci raccontano di insegnanti che sono allo stremo delle loro forze, non ce la fanno più a resistere a situazioni da stress e preferiscono “evadere” quanto prima dalla scuola per collocarsi a riposo. Purtroppo il fenomeno delle classi pollaio, l’irrequietezza degli alunni, la maleducazione imperante, la frustrazione di non sentirsi considerati dalla società creano condizioni difficili per cui andare avanti è veramente duro.
Ecco perché, e molti psicologi, medici sulla base degli studi scientifici condotti a livello internazionale, da qualche tempo hanno invitato la politica italiana a riconoscere l’insegnamento quale professione usurante.
Sì proprio così perché col tempo il mestiere di insegnante diventerà un mestiere da “trincea”, stritolati com’è da un sistema che non funziona e da una classe politica sorda e miope che si rifiuta di ascoltare il grido di dolore dei docenti che chiedono a gran voce un’inversione di rotta e di essere quantomeno supportati nel loro lavoro quotidiano in classe da figure professionali specializzate. Inoltre almeno la scuola doveva essere salvaguardata dalla famigerata riforma Fornero che ha innalzato i limiti di età pensionabile per i docenti.
Com’è possibile pensare che un insegnante che è stato per quarant’anni dietro una cattedra possa continuare a starci con una generazione di adolescenti che non rispetta le regole della convivenza civile ed è continuamente proiettata nell’era digitale? I docenti sottoposti quotidianamente ad uno stress psicofisico considerevole e di questo ne risente non solo il sistema nervoso, ma anche gli altri organi vitali. Quindi meglio andare in pensione con la “quota 100” che continuare ad insegnare con le generazioni di adolescenti maleducati ed irrequieti. Vedremo i fatti quando sarà pubblicato il decreto della “Quota 100”.
Mario Bocola
"Nelle more dell’emissione della nota M.I.M. sui termini, modalità e presentazione delle domande, da parte…
Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una settantina di studenti di tre…
L’insegnante e scrittore Christian Raimo ripercorre con ‘La Tecnica della Scuola’ i motivi che hanno…
La rivista online La Scuola Oggi ha organizzato un dibattito pubblico sul tema “Aggressioni in…
In occasione della Giornata della Sicurezza nelle Scuole, il Ministero dell’Istruzione e del Merito d’intesa…
Nelle scuole della provincia autonoma di Trento sta per arrivare una grande novità: come annunciato…