Sulla questione di “Quota 96” adesso spunta l’idea di istituire una commissione ristretta che provveda ad effettuare ulteriori approfondimenti.
La decisione è stata assunta nella mattina dell’11 settembre dalla Commissione Lavoro della Camera.
Il presidente Cesare Damiano ha ricordato le ultime tappe del lavoro svolto prima della pausa estiva quando era stato adottato un testo unificato di due progetti di legge, il n. 249 presentato da Manuela Ghizzoni (PD) e il n. 1186 di Maria Marzana (M5S).
Il testo era stato successivamente inviato ad altre Commissioni per il prescritto parere.
Damiano ha anche ricordato che il 7 agosto era pervenuto dalla Commissione Bilancio sia il parere favorevole sia una lettera del presidente Boccia con la quale si comunicava che era stata acquisita una relazione tecnica predisposta dall’INPS.
Relazione sulla quale però la Ragioneria generale dello Stato aveva espresso non poche perplessità tanto che lo stesso Boccia ha dovuto suggerire alla Commissione Lavoro di individuare una nuova modalità di copertura degli oneri derivanti dal provvedimento e magari di valutare “la possibilità di limitare temporalmente l’applicazione delle nuove disposizioni”.
A questo punto il relatore del provvedimento, l’onorevole Antonella Incerti, ha proposto che l’esame del disegno di legge prosegua nell’ambito di un Comitato ristretto “nella prospettiva di rivalutare le coperture finanziarie anche alla luce delle indicazioni provenienti dalla relazione tecnica predisposta dall’INPS”.
Incerti ha anche aggiunto che in tal modo si potrà “svolgere un approfondito lavoro di indagine, mirato a chiarire l’esatta entità della platea interessata, tenuto anche conto che non è affatto scontato che tutti i potenziali beneficiari della norma decidano di esercitare il proprio diritto”.
Anche Cesare Damiano ha evidenziato come la Ragioneria generale dello Stato abbia quantificato gli oneri “con stime sicuramente in eccesso, in quanto riferite a tutti i potenziali beneficiari delle disposizioni”.
La soluzione, ha ancora aggiunto Damiano, potrebbe essere quella “delimitare la platea a coloro che abbiano maturato il diritto in determinate scadenza temporali”.
Si prospetta insomma una soluzione che potrebbe creare ulteriori situazioni di disparità di trattamento che inevitabilmente innescheranno proteste e ricorsi.
Peraltro bisogna ricordare che dopo il parere definitivo della Commissione Lavoro il ddl dovrà passare dall’aula della Camera per essere poi trasmesso al Senato per l’approvazione finale.
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