Fumata ancora una volta nera per i 4mila dipendenti della scuola rimasti intrappolati tra le maglie troppo strette della riforma pensionistica Monti-Fornero.
A distanza di tre anni dalla “dimenticanza” e dal clamoroso dietrofront del Governo dell’estate 2014, l’Esecutivo Renzi conferma la linea, bocciando l’ennesima possibilità di uscita anticipata del personale scolastico penalizzato.
A denunciarlo è Barbara Saltamartini, vice presidente dei deputati della Lega, protagonista di una proposta emendativa. “Ancora una volta di fronte alla soluzione presentata dalla sottoscritta per risolvere l’annoso problema del personale della scuola, che per colpa di un errore formale della legge Fornero si è visto privare di un diritto, il Governo Renzi e il Pd se ne lavano le mani e bocciano la mia proposta emendativa. Una vera e propria vergogna”, dichiara l’esponente leghista.
“Ormai è chiaro – aggiunge Saltamartini – che il parolaio Renzi ha preso in giro migliaia di lavoratori e lavoratrici del comparto scuola a cui aveva promesso di risolvere il problema nel Decreto ‘Buona scuola’”.
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Secondo la rappresentante del Carroccio, infatti, “a nulla è servito votare atti unanimi in aula alla Camera perché di fatto il Premier e il suo Governo non ne hanno voluto tenere conto, dimostrando tutta l’arroganza dell’uomo solo al comando in sfregio alle regole della democrazia e soprattutto lasciando senza soluzione 3.000 persone e le rispettive famiglie”.
A quanto ci risulta, essendo passati oltre 36 mesi dal danno provocata dalla discutibile norma, i dipendenti della scuola, in prevalenza insegnanti, si sono nel frattempo ancora più ridotti di numero: molto probabilmente si sono dimezzati, rispetto ai circa 4mila inziali.
Molti di loro si sono infatti avvalsi di altri “tetti” pensionistici o hanno intrapreso strade alternative (come il riscatto della laurea per raggiungere 41 anni di contributi). E, per come sono andate le cose, visto che il Governo non ha voluto spendere nemmeno un euro per sanare il danno, hanno scelto la strada migliore.
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