In sostanza il ripristino del diritto alla pensione per i circa 4000 docenti, ingiustamente bloccati dalla normativa Fornero che ha ignorato la specificità del calendario scolastico non coincidente con quello solare, non può e deve avvenire con le risorse che saranno risparmiate dalla spending review. Allargando il discorso da quota 96 ad altre spese e ai prepensionamenti di dipendenti pubblici, Carlo Cottarelli è giunto ad annunciare le proprie dimissioni.
La Bastico ribadisce che non si può sempre e comunuque vedere nella scuola il capro espiatorio di qualunque problema economico: “ Ho colto un improprio e fuorviante collegamento esclusivo tra dimissioni e quota 96. E ho capito che, ancora una volta, la scuola, sì proprio la scuola che ha subito in questi anni insostenibili tagli, non paragonabili a nessun altro settore della pubblica amministrazione, e in particolare gli insegnanti, sono una delle cause principali della impossibilità di ridurre la spesa pubblica.”
Pochi conoscono la scuola, ma tanti ne parlano: “Le regole che governano il sistema di istruzione sono sconosciute ai più e che la scuola continua a rimanere confinata in un cono d’ombra, dai tempi del governo Berlusconi, per renderla più debole ed attaccabile. Infatti, su quota 96, si continua ad ignorare la specificità della condizione degli insegnanti, che, per la giusta esigenza della continuità didattica, possono andare in pensione un solo giorno all’anno, il primo settembre, anche se ne hanno maturate le condizioni molti mesi prima.”
E’ stato solo ripristinato un diritto, non garantito un privilegio con l’affaire Quota 96. Ma per molti tutti i mali vengono dalla scuola, compresi i soldi che adesso bisogna sborsare per mandare in pensione gente che ne ha pieno diritto…
Giuseppe Grasso
Già presidente Comitato Civico “Quota 96”
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