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Quota 96, manifestazione dinanzi a Montecitorio

A quanto pare parteciperà anche qualche politico: un nome certo è quello dell’on. Giorgio Airaudo (SEL) che è intervenuto così in Aula ieri per il per il voto al DL 90: “ Allora noi non possiamo ovviamente nemmeno questa volta votare a favore di questo decreto, non possiamo però che registrare che avete di nuovo lasciato soli dei lavoratori e avete lasciato soli i più deboli perché mentre avete usato la Ragioneria dello Stato per cassare questo provvedimento (Emendamento per Q96 ) la avete fatto, ovviamente, per il provvedimento simile e parallelo che nulla c’entrava con gli argomenti della riforma della pubblica amministrazione ma che riguardava le tutele di una categoria molto più forte degli insegnanti: quella dei giornalisti.

Ecco i giornalisti, non avete pensato di farli rimettere in discussione dalla Ragioneria dello Stato. Per i giornalisti avete garantito i contributi pubblici e quindi anche essi, con la loro parte di pensione privata, potranno andare in pensione prima mentre gli insegnanti continueranno ad aspettare. Ma domani mattina saranno qui davanti (manifestazione a Roma) e noi andremo a incontrarli, con occhi diritti, sguardo sereno e schiena retta, non so come farete voi.”
Grande mobilitazione dunque a Roma. E nel frattempo l’on. Giorgio Santini (PD) spiega l’iter del provvedimento Quota 96 e invita a riparare subito l’errore: “Il passo indietro su ” quota 96 ” per la scuola rappresenta una brutta pagina nei rapporti Parlamento – Governo che determina una giusta rabbia negli insegnanti interessati.
La sequenza degli eventi e’ stata molto rapida : nel decreto sulla Pubblica Amministrazione viene inserito alla Camera un emendamento che permette di accedere al pensionamento con le regole ante – Fornero a 4.000 insegnanti il cui diritto era stato bloccato da un errore tecnico sulla decorrenza dell’anno scolastico che notoriamente e’ diversa dall’anno solare.

Il Governo esprime un parere contrario per mancanza di copertura economica ma commette l’errore di accettare di inserire la modifica nel maxi-emendamento su cui pone la fiducia (che ottiene) dalla Camera.
Il Governo stesso pochi giorni dopo in sede di discussione al Senato presenta quattro emendamenti soppressivi di altrettante norme tra cui anche quello che cancella quota 96 .
Inevitabilmente gli emendamenti sono approvati dalla Commissione e sul nuovo testo così emendato il Governo pone nuovamente la questione di fiducia al Senato.
Questa sequenza di errori ha visto il gruppo Pd del Senato nella assoluta impossibilità di svolgere le sue autonome valutazioni e nello scomodo ruolo di ratificare in modo passivo le scelte altrui, pena il voto contrario alla fiducia al Governo che ne determinerebbe la caduta.
Questa brutta storia non può finire così.
Come già detto anche dal Presidente del Consiglio occorre che il Governo al più presto ponga rimedio a questo svarione inserendo una norma che permetta in modo molto circoscritto la correzione dell’errore della legge Fornero in uno dei prossimi provvedimenti previsti per la scuola in tempi molto stretti.”
Una sequenza di errori, svarioni, brutta storia. Ma essere politici non implica una profonda responsabilità sociale?

Silvana La Porta

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