Gent.ma ministra Carrozza,
le scriviamo in merito alla gravissima ingiustizia perpetrata ai danni dei lavoratori della conoscenza di Quota 96, ingiustizia che Lei si è ripetutamente impegnata a sanare.
Ci sono state alla Camera ben due approvazioni, una alla commissione Lavoro e l’altra alla commissione Cultura, della proposta di legge Ghizzoni, la C249, concepita per risarcire questa ferita. L’articolo 1 della citata pdl C249, attraverso una giusta norma di salvaguardia che comprende i nati dal 1° gennaio al 31 dicembre del 1952, sulla scorta della legge 449/97 che regola i pensionamenti nella scuola, viene infatti a correggere in modo definitivo la stortura generata dal fatto che la riforma Fornero non ha tenuto conto della specificità del Comparto Scuola.
Intanto, però, anche il 23 agosto è passato e il Consiglio dei Ministri non ha preso alcun provvedimento in merito alla questione da lei caldeggiata più volte e in varie sedi.
Alla luce dei suoi interventi, che hanno riacceso le speranze di questo mini-popolo di educatori dando loro nuova dignità, Le chiediamo di dirci se il governo Letta ha intenzione di porre termine a questa vicenda che dura ormai da quasi due anni. La politica deve realizzare ciò che rientra nella legge, deve canalizzare le risorse laddove riconosce che è prioritario farlo. Le enunciazioni di principio spettano alla filosofia.
Da più parti si è segnalata la scorrettezza di rifiutare un diritto per mancanza di fondi. Noi riteniamo che sia molto pericoloso far passare una prassi per la quale se non ci sono i soldi si possono ledere i diritti, perché ciò significherebbe che la politica, tecnica delle priorità morali, è andata perdendo il senso di quelle priorità. Le facciamo presente che non manca molto al 1° settembre e sarebbe quindi opportuno che la pdl C249, per avere forza di legge in tempi rapidi, fosse inserita, come Lei ha auspicato in passato, nel prossimo Consiglio dei Ministri, che, come annunciato, verterà sul tema della scuola.
La preghiamo di darci in tal senso una risposta, positiva o meno, perché la franchezza è il miglior sigillo di un rapporto con i propri elettori, soprattutto di questi tempi in cui la verità è demandata all’audience. Con rispetto e apprezzamento.
Il Direttivo del Comitato Civico «Quota 96».
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