A comunicarlo la presidente della commissione cultura alla camera, Manuela Ghizzoni, che sulla faccenda relativa alla “Quota 96” si sta impegnando con grande determinazione. Come è infatti noto, con la vigente normativa (legge Fornero) in materia di requisiti per godere del trattamento pensionistico, non è stato riconosciuto ai lavoratori della scuola lo spostamento al primo settembre del 2012 dei benefici della precedente legge Damiano basata sulle quote (età anagrafica più età lavorativa). Da qui il giudizio estremamente negativo della nuova legge a firma Elsa Fornero, che non tiene conto dell’unica finestra di uscita dei lavoratori della scuola il cui esodo, contrariamente al resto del pubblico impiego, è legato alla chiusura dell’anno scolastico.
Abbiamo pure riportato, nel corso di questi mesi, la lotta che sia il comitato “Quota 96” e sia i sindacati della scuola hanno condotto affinchè si facesse giustizia di questo evidente abbaglio, insieme ai giudizi favorevoli di molti giudici del lavoro, cui i docenti si sono affidati come ultima spiaggia vista l’intransigenza alla modifica parlamentare espresso in modo particolare dal Governo.
Ieri dunque, con grande soddisfazione del comitato “Quota 96” e delle parlamentari Bastico e Ghizzoni, che più di ogni altro hanno portato avanti la battaglia, si è profilato, nel tormentato orizzonte della politica nostrana, uno spiraglio a favore dei docenti che al 31 agosto rientrano nelle legge delle quote. Infatti l’emendamento presentato dall’on. Ghizzoni all’interno della proposta di legge Damiano per recuperare i cosiddetti esodati è entrato in maniera indissolubile nei gangli stessi del disegno di legge, per cui da oggi in poi ne seguirà le sorti in tutti i suoi risvolti. Questo significa che se ci sarà la volontà politica di risolvere la penosa e assurda faccenda degli esaodati, pure il diritto dei 3500 docenti, ma anche Ata, ingiustamente bloccati per altri tre anni verrà anch’esso risolto, considerato fra l’altro che il costo complessivo di quest’ultima operazione si aggirerebbe attorno a qualche milione di euro; ma sarebbe anche un’operazione che rimetterebbe a disposizione altrettante cattedre per i tanti supplenti che attendono di lavorare.
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