Quota 96, un’altra fumata nera

Rimane irrisolto il problema dei Quota 96, i circa 4.000 insegnanti con almeno 61 anni di età e 35 di contributi (oppure 60 anni di età e 36 di contributi) che non sono potuti andare in pensione per l’entrata in vigore della riforma Fornero, senza che questa tenesse conto delle peculiarità del comparto della scuola, dove la data di pensionamento é legata, per esigenze di funzionalità e di continuità didattica, alla conclusione dell’anno scolastico.

“La soluzione non è matura sotto il profilo finanziario. Continueremo a lavorare per cercare una soluzione”, ha spiegato il sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, ascoltato il 14 aprile in Commissione Bilancio alla Camera dove si sta discutendo di inserire il tema nella risoluzione al Def che sarà votata in settimana.

“Tutti sanno quanto tempo è servito per risolvere anche situazioni più drammatiche. Ma ora trovare soluzioni a bilancio vigente è cosa complicata. Comunque il Def – ha fatto notare – è destinato a essere declinato in norme nel tempo. Continuiamo a lavorare alla ricerca di una soluzione”.

Lo scorso 27 marzo nelle commissioni Bilancio e Lavoro della Camera, é stata approvata una risoluzione, a prima firma Barbara Saltamartini, vicepresidente della Commissione Bilancio alla Camera ed esponente del Nuovo centrodestra, ma sottoscritta da tutti i gruppi, per risolvere la questione che si trascina ormai da oltre due anni: il Governo – prevede la risoluzione – è impegnato a riferire alle commissioni, prima della presentazione del Def 2014, in merito al reperimento delle risorse necessarie per l’adozione di urgenti iniziative normative volte a risolvere la questione degli insegnanti Quota 96. Inizialmente il Tesoro in particolare aveva manifestato dubbi simili a quelli già esposti dalla Ragioneria generale dello Stato in occasione dell’esame del testo unificato su questo tema. La scelta del governo di rimettersi alle commissioni su un testo rivisto è stato l’esito di un lungo lavoro di mediazione. Lo sblocco di questa vicenda é sollecitato da tempo dai sindacati: le esigenze di risparmio – hanno più volte sottolineato – non possono gravare sugli insegnanti, che hanno pieno diritto ad andare in pensione, e danneggiare così anche i precari in attesa dell’immissione in ruolo.

Intanto, continuano le adesioni alla petizione della scrittrice ed insegnante siciliana Mila Spicola: sono state superate le 30 mila firme.

Alessandro Giuliani

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