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Raddoppia il bullismo giovanile, preoccupa il “cyber”

Continua l’ascesa del bullismo tra i nostri giovani. In occasione dalla Giornata mondiale dell’Infanzia, Telefono Azzurro ha presentato a Roma i dati delle sue linee di ascolto, relativi all`ultimo decennio: ebbene, se nel 2000 la percentuale delle chiamate a Telefono Azzurro attraverso cui si denunciano casi di sopruso, minacce e violenza tra ragazzi era dell`8%, oggi è pari al 16%. Si tratta chiaramente di “un fenomeno in crescita anche nel resto del mondo – ha sottolineato il Presidente dell’associazione Ernesto Caffo – dove il bullismo risulta come la categoria di violenza più denunciata nelle linee telefoniche mondiali”.
Telefono Azzurro ha anche denunciato un altro fenomeno in costante crescita, il ‘cyberbullismo’, in linea con la crescente diffusione tra i giovani dell`uso di Internet e delle nuove tecnologie. In particolare, i casi segnalati relativi all`invio di immagini, video o foto minacciose sono passati dal 6% del 2007 a oltre l`8% del 2009, mentre l`invio di informazioni false su un`altra persona dall`8% a oltre il 14%; l`esclusione intenzionale dai gruppi on line, che superava di poco il 6% nel 2007, è salita a oltre il 16% nel 2009. “Il web può essere un elemento minaccioso – ha sottolineato il presidente Caffo – con i social network che diventano luoghi di adescamento e persino di invio di materiale pedopornografico da parte dei minori stessi, in cambio di piccoli ricompense”.
Anche dai risultati di una ricerca realizzata dall’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con il Comune di Cinisello, emerge che le tipologie di cyber bullismo più in voga sono la diffusione di fotografie e video imbarazzanti e il furto di identità virtuale, usate per creare falsi profili sui siti di social network o inviare messaggi compromettenti a nome della vittima: lo studio è stato realizzato, in Italia e in alcuni paesi in via di sviluppo (Brasile, Colombia, India, Turchia) dai ricercatori del Centro QUA_SI/Universiscuola Davide Diamantini e Giulia Mura, ed è stato svolto, per la parte italiana, su 862 studenti di istituti pubblici (licei, istituti Tecnici o scuole medie), di età tra gli 11 e i 19 anni, di cui 51% maschi e 49% femmine, dell’area di Milano e provincia. È significativo che in Italia solo il 18% del campione dichiara di non aver subito nemmeno un episodio di aggressione virtuale negli ultimi sei mesi: il 37% è stato attaccato una o due volte, e il 45 per cento tre volte o più. Tra gli atti più diffusi gli scherzi telefonici (23 per cento), seguiti da diffusione di pettegolezzi via web (15%), pubblicazione di profili denigranti sui social network (12), pubblicazione di messaggi privati e e-mail cattive (10), pubblicazione di foto (8), furto di identità (4), esclusione da forum (2). Ma quel che più preoccupa è che alla domanda se abbiano mai commesso atti di cyber bullismo, il 16% degli intervistati ha risposto di no, almeno negli ultimi sei mesi, il 36% dichiara di averlo fatto una o due volte, il 48 tre o più volte.
Anche per cercare di contrastare e prevenire questo genere di episodi, virtuali ma pericolosi e dalle conseguenze a volte molto negative per chi subisce la violenza, al pari di quelli reali, Telefono azzurro ha annunciato che da lunedì 6 dicembre attiverà un nuovo servizio di consulenze via chat. Gli esperti dell’associazione hanno anche tracciato un profilo dei bambini che nell’ultimo decennio (in tutto 43.252 casi) si sono messi in contatto con loro per chiedere aiuto o consigli: la conclusione è che i giovani italiani si sentono sempre più soli e bisognosi di parlare con qualcuno. A emergere è soprattutto il “bisogno di parlare con qualcuno”, espresso nel 2000 dal 5,3% dei casi e salito a 38,8% del 2010. Oltre un bambino su tre ha quindi problemi di solitudine e difficoltà a interagire con i suoi familiari, denunciando così, ha sottolineato il Presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, come la famiglia sia sempre “più evanescente, incapace di dare le risposte di cui il bambino ha bisogno: occorre trovare risposte concrete ai problemi dei bambini, che chiedono un aiuto nell’immediato”. Anche dal mondo della politica – ha concluso il presidente di Telefono Azzurro – la cui attività a favore dei bambini è stata invece, finora, marginale”. E la scuola? Non è citata. Indiscutibilmente non è un buon segno.
Alessandro Giuliani

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