Oggi dunque l’1% delle persone più ricche detiene più di quanto posseduto dal 60% della popolazione (36,6 milioni di persone); mentre dal 2008 a oggi, gli italiani che versano in povertà assoluta sono quasi raddoppiati fino ad arrivare a oltre 6 milioni, rappresentando quasi il 10% dell’intera popolazione. Lo rileva il rapporto di Oxfam “Partire a pari merito: eliminare la disuguaglianza estrema per eliminare la povertà estrema”, che parla di un fenomeno talmente esteso che si può riscontrare perfino in Africa, dove nella regione sub-sahariana al fianco di 358 milioni di persone in povertà estrema, prosperano ben 16 miliardari.
Dal 2009, anno di “esplosione” della crisi economica globale, il numero di miliardari nel mondo è più che raddoppiato. Un trend in costante incremento: tra il 2013 e il 2014, le 85 persone più ricche al mondo (che, secondo un dato già diffuso da Oxfam lo scorso gennaio, hanno la stessa ricchezza della metà della popolazione più povera al mondo) hanno collettivamente aumentato la loro ricchezza di 668 milioni di dollari al giorno. Ovvero, quasi mezzo milione di dollari ogni minuto.
Sette persone su 10 vivono in Paesi in cui il divario tra ricchi e poveri è maggiore di quanto non fosse 30 anni fa. In Kenya, nei prossimi cinque anni altri 3 milioni di persone potrebbero essere spinti al di sotto della soglia di povertà se il governo non prenderà misure volte a diminuire, anche leggermente, la disuguaglianza di reddito. In India, Paese che ha ridotto i propri livelli di povertà assoluti negli ultimi 20 anni, l’analisi di Oxfam evidenzia che se il governo indiano riuscisse ad arrestare il recente aumento della disuguaglianza nei prossimi cinque anni, salverebbe dalla povertà altri 90 milioni di persone.
“Dal Fmi a Papa Francesco, dal Presidente Obama al World Economic Forum, emerge un sempre maggior consenso al fatto che la disuguaglianza è una sfida cruciale dei nostri tempi e che la mancanza di azione è economicamente e socialmente dannosa. Solo l’1,5% delle super-ricchezze basterebbe per garantire istruzione e sanità a tutti i cittadini dei Paesi più poveri.”