Il docente e scrittore Enrico Galiano ha fatto una riflessione sull’educazione sessuale e affettiva dei giovani di oggi, partendo dall’orribile morte della tredicenne di Piacenza di qualche giorno fa, per cui è indagato l’ex fidanzato. Ecco cosa ha detto su Il Libraio.
“Quindici, tredici. È l’età dei miei studenti. Mi sembra quasi di vederli. E, sinceramente, non posso mettere la mano sul fuoco che non possa capitare proprio a uno e a una di loro, prima o poi”, ha esordito con amarezza. Poi, l’aneddoto: “L’anno scorso sono stato in una scuola del varesotto. A un certo punto ho chiesto come bisogna fare, oggi, per riuscire a fare colpo su una ragazza. Insomma, quali tecniche usano i tredicenni degli anni 20. Una mia curiosità, diciamo. E non ho fatto bene, a chiederlo. Perché subito dopo uno di loro ha alzato la mano e ha chiesto tutto entusiasta di salire sul palco con me a darmi la sua risposta. Che è stata: ‘Facile, la devi sbattere al muro!'”.
“Risate, applausi. Dovevate vederlo: era un banalissimo dodicenne qualsiasi, con gli occhiali e i brufoletti di ordinanza. La devi sbattere al muro. E certo, lo so che magari la voglia di fare lo sbruffone. Lo so che magari la scemeria dei dodici anni. Ma intanto è salito sul palco e l’ha detto davvero. E i suoi compagni sulle poltrone, laggiù, in tanti applaudivano con trasporto. Della serie: bravo, così si fa! Lo voglio mettere in chiaro: questo stesso ragazzo, due giorni dopo mi ha scritto per scusarsi con me. Perché poi ho bloccato tutto, quel giorno, e abbiamo parlato solo di quello: abbiamo riflettuto su quanto immondo è un pensiero come ‘La devi sbattere al muro’. E io l’ho ringraziato per avermi scritto”, ha aggiunto.
“Infatti, non ce l’ho con lui. Il problema non è lui. Lui è un ragazzo normalissimo, anzi anche più sensibile di tanti altri, se ha trovato il coraggio di scusarsi. Ha ragione Elena Cecchettin: finché non ci togliamo dalla testa che Filippo Turetta non è un mostro, che è la normalità, non risolveremo mai il problema. Per questo: cos’altro deve ancora succedere?”, si è chiesto.
Galiano crede che sia ora, eccome, di istituire l’educazione sessuale a scuola come materia: “È un’emergenza reale, eppure è tutto sempre fermo alle sole iniziative di pochi, alle giornate singole, alle panchine rosse. Bisogna mettere un’ora alla settimana, in tutte le scuole, farla diventare parte dell’orario curricolare. Di cosa? Di educazione ai sentimenti, dove l’argomento principale è proprio questo. Senza voti, verifiche, roba del genere. Ore tenute non da noi insegnanti, che per quanto possiamo essere sensibili al problema non possiamo avere le competenze di psicologi e assistenti sociali. Servono fondi per questo, e servono subito”, ha concluso.
La necessità di introdurre l’educazione sessuale nelle scuole emerge anche dai dati di un sondaggio condotto da Skuola.net e Durex. Questo studio rivela che l’11,6% dei ragazzi ha la prima esperienza sessuale completa tra gli 11 e i 13 anni, una tendenza in crescita rispetto agli anni precedenti. Nonostante il 94% dei giovani desideri che l’educazione sessuale venga inserita nei programmi scolastici, molti sono costretti a cercare risposte su internet o a confrontarsi con i coetanei, piuttosto che con figure educative o medici. Solo il 9,3% discute di sessualità con i propri genitori e appena il 5,9% si rivolge a un medico.
Sempre secondo la rivista specializzata, questa mancanza di dialogo istituzionalizzato incide anche sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si registra un aumento del 20-40% annuo di casi di infezioni come clamidia, gonorrea e sifilide tra i giovani, aggravato dal fatto che oltre il 60% dei ragazzi non utilizza il preservativo e non è pienamente consapevole dei rischi legati alla mancanza di protezione.
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