Arriva l’ennesima smentita sul caso della giovane di quindici anni trovata morta inizio novembre a Piazza Armerina, in provincia di Enna. Nonostante qualche giorno fa si pensasse ad omicidio, a causa di alcune anomalie, adesso la Procura, in conferenza stampa, parla ancora di suicidio.
“Con i dati in nostro possesso possiamo dire che si tratta di un suicidio”, ma “resta in piedi l’ipotesi di istigazione”, queste le parole del procuratore per i minori, come riporta Il Corriere della Sera. Il procuratore ha parlato di una “morte compatibile da soffocamento per impiccamento con assenza di lesività etero indotta. Questo alla luce delle ricognizione cadaverica, attediamo ora l’autopsia”.
Per la procura, dunque, “non è un suicidio anomalo” anche se gli accertamenti autoptici, che sono in corso, daranno risultati entro i prossimi 90 giorni: “e solo in quel momento avremo ulteriori elementi”.
Giorni fa la stampa ha parlato di possibile omicidio della giovane, a causa di un elemento: le scarpe della quindicenne rimaste pulite nonostante l’area in cui è stata rinvenuta fosse piena di terra. Il particolare è stato però smentito dal pm. “Posso dire che non sono intonse. Ci sono tracce di terriccio. Poi se ciò conferma che lei abbia percorso il tratto di strada da casa a dove è stata trovata è una valutazione che faremo”, queste le parole del pm.
“Sono stati fatti tutti gli accertamenti che era nelle nostre possibilità fare, compresi i rilievi nella cameretta della ragazza”, ha aggiunto. “Vorrei anche precisare che la stanza non era a soqquadro come si è detto, ma in uno stato compatibile con la cameretta di una giovane di quell’età”.
Quanto al biglietto che la 15enne ha inviato al suo ragazzo contenente la scritta “Ti amerò anche nella prossima vita” secondo il pm “è stato acquisito appena siamo venuti a conoscenza della sua esistenza e abbiamo svolto tutti gli accertamenti per ricostruire i suoi passaggi dalla mano della ragazza al destinatario, tramite un terzo soggetto. Insomma, non è stato trovato per caso. Abbiamo elementi per dire che il bigliettino è partito da Larimar, che l’ha dato a un terzo, che l’ha dato al fidanzato”.
Come riporta SkyTg24, la procura dei minori di Caltanissetta, che indaga sulla morte della giovane procede, ancora a carico di ignoti, oltre che per istigazione al suicidio, anche per diffusione di immagini illecite e detenzione di materiale pornografico. Si recente sono stati sequestrati i telefonini di otto ragazzini, compagni di scuola e amici.
“A scuola l’hanno umiliata e fatta sentire una nullità che in 40 minuti si è tolta la vita”, questo il grido di dolore della madre. Ed ecco la ricostruzione di quel tragico giorno. La signora andò a prendere prima la figlia da scuola perché la ragazzina le aveva telefonato dicendo che non si sentiva bene. In auto poi aveva appreso del litigio con le compagne.
“Mi ero accorta che aveva pianto. Quel giorno mi aveva detto che aveva avuto dei diverbi con le compagne di scuola. L’hanno umiliata a tal punto che in 40 minuti mia figlia si è tolta la vita. L’hanno fatta sentire una nullità, lei non ha sopportato la vergogna e l’umiliazione”, ha aggiunto. Era “successa una cosa brutta”, ha raccontato la donna, ma poi era arrivato il padre a casa così il discorso è stato rimandato.
“Poi abbiamo scherzato e fatto battute e lei ha sorriso e per questo l’ho lasciata sola e siamo usciti ma se avessi saputo come stava sarei rimasta con lei”, spiega, precisando che si è poi assentata da casa una quarantina di minuti. “Al ritorno la sua stanza era tutta in disordine e l’abbiamo cercata nel giardino”. Lì la tragica scoperta.
Nel corso del collegamento con la trasmissione la donna ha raccontato che una ragazzina l’aveva presa di mira, accusandola di aver fatto qualcosa con un ragazzo. Accuse false per la signora, che esorta a chi avesse maggiori dettagli sulla situazione a farsi avanti. “Voglio giustizia”, ha dichiarato.
La signora, intervenuta ai microfoni di Mattino 4 su Rete4, come riporta Il Corriere della Sera, crede che anche la scuola abbia una grossa responsabilità per la morte della ragazza: “In questa cosa c’entrano anche gli adulti. C’è una rete di complici. Tutti stanno coprendo. E nessuno a me ha detto nulla. Se qualcuno, il preside, il bidello, un docente mi avesse detto che mia figlia era stata minacciata di morte, io non l’avrei lasciata sola. La scuola ha tanta colpa nella morte di mia figlia”.
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