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Ragazza suicida a Enna, aggredito il giovane oggetto della lite a scuola. Nessun segno di violenza sul corpo della 15enne

Ci sono aggiornamenti sul caso della studentessa di quindici anni trovata morta impiccata nella casa di campagna di famiglia nell’ennese. Tra le prime ipotesi il suicidio, anche se la famiglia non ha creduto mai questa versione. Ieri sono stati resi noti i primi risultati degli esami tossicologici sul corpo della giovane.

Più probabile l’ipotesi del suicidio

Come riporta La Repubblica, non ci sarebbero segni di violenza su di lei. Sembra quindi essere verosimile la pista del suicidio dopo una lite avvenuta a scuola, si pensa per certe immagini private diffuse tra le chat dei compagni. Il medico legale nominato dalla famiglia comunque, rilancia: “L’esame è stato molto lungo perchè gli approfondimenti da fare sono delicati e ci serve acquisire altri dati. Al momento resta aperta ogni ipotesi”.

Intanto, magistratura e polizia continuano a indagare. Il caso è tutt’altro che chiuso. La procura per i minorenni di Caltanissetta precede per l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio, e al momento il fascicolo resta contro ignoti. Ieri, a scuola, si è tenuta una commemorazione della ragazza, alla presenza dei familiari.

L’aggressione sospetta

Nel frattempo Il Messaggero riporta un altro elemento che sta facendo discutere. Il ragazzo che sarebbe stato al centro della lite tra la giovane e la compagna di classe, infatti, sarebbe stato aggredito da un gruppo di coetanei lo scorso sabato, dopo essere stato accusato di essere l’autore delle immagini intime della adolescente che potrebbero essere state, secondo gli inquirenti, alla base della sua decisione di togliersi la vita.

La ricostruzione della madre

“A scuola l’hanno umiliata e fatta sentire una nullità che in 40 minuti si è tolta la vita”, questo il grido di dolore della madre. Ed ecco la ricostruzione di quel tragico giorno. La signora andò prendere prima la figlia da scuola perché la ragazzina le aveva telefonato dicendo che non si sentiva bene. In auto poi aveva appreso del litigio con le compagne.

“Mi ero accorta che aveva pianto. Quel giorno mi aveva detto che aveva avuto dei diverbi con le compagne di scuola. L’hanno umiliata a tal punto che in 40 minuti mia figlia si è tolta la vita. L’hanno fatta sentire una nullità, lei non ha sopportato la vergogna e l’umiliazione”, ha aggiunto. Era “successa una cosa brutta”, ha raccontato la donna, ma poi era arrivato il padre a casa così il discorso è stato rimandato.

“Poi abbiamo scherzato e fatto battute e lei ha sorriso e per questo l’ho lasciata sola e siamo usciti ma se avessi saputo come stava sarei rimasta con lei”, spiega, precisando che si è poi assentata da casa una quarantina di minuti. “Al ritorno la sua stanza era tutta in disordine e l’abbiamo cercata nel giardino”. Lì la tragica scoperta.

Redazione

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