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Ragazza suicida Enna, spunta un bigliettino per il fidanzato. Famiglia scettica: “Non è la sua scrittura”, funerale posticipato

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Emergono nuovi inquietanti dettagli sul caso della quindicenne che si sarebbe tolta la vita impiccandosi nella casa di campagna della famiglia, nell’ennese, dopo una lite a scuola avuta con le compagne per un caso, a quanto pare, di revenge porn.

Come riporta La Repubblica, la giovane avrebbe consegnato un bigliettino d’addio, “Ti amerò anche nella prossima vita”, ad un compagno di scuola dicendogli di darlo al fidanzato, prima di uscire in anticipo. Ma la sorella della ragazza insorge: “Quella non è la sua scrittura”, queste le sue parole.

La madre non crede alla pista del suicidio

Gli inquirenti vogliono vederci chiaro: da qui l’annullamento, per il momento, del funerale, disposto per oggi, 9 novembre, e il sequestro della salma in attesa dell’esame tossicologico fissato per il prossimo 13 novembre. Anche la madre nutre dei dubbi: “L’ho trovata in ginocchio sotto un albero della pineta, aveva due giri di corda attorno al collo, al ventre e alle ginocchia. Com’è possibile che una ragazzina abbia potuto fare tutto questo da sola?”.

La sorella, come riporta Open, dice che a scuola c’erano “ragazze che la detestavano perché lei era troppo brava, troppo studiosa, troppo bella. Tutto il Pese è con noi. C’è un solo soggetto che non si è visto qui: la scuola”.

La ricostruzione della madre

“A scuola l’hanno umiliata e fatta sentire una nullità che in 40 minuti si è tolta la vita”, questo il grido di dolore della madre. Ed ecco la ricostruzione di quel tragico giorno. La signora andò a prendere prima la figlia da scuola perché la ragazzina le aveva telefonato dicendo che non si sentiva bene. In auto poi aveva appreso del litigio con le compagne.

“Mi ero accorta che aveva pianto. Quel giorno mi aveva detto che aveva avuto dei diverbi con le compagne di scuola. L’hanno umiliata a tal punto che in 40 minuti mia figlia si è tolta la vita. L’hanno fatta sentire una nullità, lei non ha sopportato la vergogna e l’umiliazione”, ha aggiunto. Era “successa una cosa brutta”, ha raccontato la donna, ma poi era arrivato il padre a casa così il discorso è stato rimandato.

“Poi abbiamo scherzato e fatto battute e lei ha sorriso e per questo l’ho lasciata sola e siamo usciti ma se avessi saputo come stava sarei rimasta con lei”, spiega, precisando che si è poi assentata da casa una quarantina di minuti. “Al ritorno la sua stanza era tutta in disordine e l’abbiamo cercata nel giardino”. Lì la tragica scoperta.