Una storia di speranza che dimostra quanto la scuola possa fare per gli alunni, a livello umano. Ci troviamo nel milanese: qui due ragazze sono scappate dalla comunità che le accoglieva, vista la situazione familiare disastrata in cui vivevano e hanno chiesto aiuto alla loro scuola. Lo riporta Il Corriere della Sera.
Le due ragazze hanno il papà appena uscito dal carcere e lontano e la mamma che ha problemi di dipendenza. La situazione è nota al Tribunale per i minorenni, che ha un corposo fascicolo sulla famiglia e nel tempo ha disposto per tutti i sei figli il collocamento in comunità.
Un anno fa le due si mettono d’accordo e scappano, ognuna dalla propria struttura; tornano dalla mamma, che nel frattempo non ha mai espresso il desiderio di riaverle con sé, né ha mai seguito programmi di disintossicazione, ma le accetta. Le assistenti sociali prendono atto e in un anno non intervengono.
Dieci giorni fa la svolta: le due ragazze rincasano e la loro madre non apre la porta e urla di andarsene. Le sorelle, non sapendo dove andare, restano davanti alla porta e dopo due ore contattano le forze dell’ordine, che riescono faticosamente a farle entrare. Nel frigo, solo cibo scaduto. Nei giorni successivi la madre le caccia sempre di casa e diventa violenta. Dopo una notte fuori, le ragazze chiedono aiuto alla scuola.
La dirigente scolastica e la docente, da allora, stanno cercando una sistemazione per le due. “Quando la professoressa mi ha chiamato, non abbiamo esitato un solo momento a renderci disponibili. Una scuola che funziona dovrebbe essere vissuta dai ragazzi come un valido appiglio cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà e in questo senso a noi capita piuttosto spesso di essere chiamati fuori dall’orario canonico di lavoro — dice la dirigente — Vorremmo vedere maggiore serenità familiare, ma purtroppo le situazioni critiche sono numerose. La mamma in questo caso ha bisogno di aiuto e lo chiede indirettamente mostrando in tutti i modi che non riesce a farsi carico delle ragazze, cosa che a suo tempo era stata decretata anche dai giudici. Abbiamo trovato qualche supporto sul territorio, ma nessuna soluzione risolutiva, neanche dai servizi sociali. Non ci resta che continuare a cercare risposte, e un luogo che accolga queste nostre ragazze”.
Lo scorso aprile abbiamo parlato del caso della ragazza di origini indiane di 19 anni vessata dai propri familiari e costretta ad un matrimonio forzato che ha passato la notte a casa della dirigente scolastica a capo della scuola che frequenta.
La ragazza ha denunciato i familiari per maltrattamenti e costrizione al matrimonio. Dopo essere stata affidata alla preside, sarà portata in una struttura protetta. Il personale della sezione specializzata della Questura di Bologna, guidata dal questore Isabella Fusiello, ha poi raggiunto la giovane per collocarla in protezione. La giovane risiede nel Modenese e frequenta una scuola in provincia di Bologna.
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