Se fra i ragazzi tra 25 e 29 anni la percentuale dei Neet, giovani cioè che non studiano né lavorano e né lo cercano, è del 28%, fra le ragazze si tratta di quattro su dieci, del 40%, anche se la percentuale di inattive si abbassa col crescere del livello di istruzione.
Infatti, secondo i dati del rapporto Education at a Glance, elaborati dal Sole 24 Ore, fra le laureate di questa fascia di età i Neet sarebbero solo il 17%, mentre fra i ragazzi appena più giovani, i 20-24enni, la percentuale è del il 30%, ma comunque alta se consideriamo che la media OCSE è del 16%.
Tuttavia la percentuale complessiva di NEET in Italia, dunque fra maschi e femmine, ci consente di essere al primo assoluto poco onorevole posto in Europa: gli inattivi rappresentano il 10% dei giovani fra i 15 e i 19 anni, il 30% dei 20-24enni e il 34% dei 25-29 enni.
Ritornando alle sole ragazze, 7 italiane su 10 sono senza alcun titolo di studio, così come la metà di quelle con la licenza media, anche se c’è uno scarto nord sud di 20 punti percentuali: al sud le inattive sono oltre 6 su 10.
Fra le diplomate a essere inattive oggi sono 3,5 su 10: al sud le inattive sono il doppio rispetto al nord. Sono inattive infine anche quasi 2,5 laureate su 10, il 17% al nord e il 38% al sud, dove in genere l’offerta di lavoro qualificato è più bassa rispetto al resto d’Italia.
In ogni caso le giovani donne se non studiano lavorano meno, mentre se lavorano si va allargando il gap con i coetanei uomini: il divario fra tassi occupazionali di maschi e femmine è maggiore dove si studia di meno.
Infatti per le laureate, il gap in termini di tasso occupazionale con gli uomini è sottilissimo: nel 2017 il 65% delle 25-34enni laureate lavora, contro il 69% dei maschi, mentre proprio per le donne con la crisi le cose sono andate peggiorando: nel 2007 lavorava il 42% delle 25-34enni senza un diploma e il 64% delle diplomate e il 69% delle laureate.
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